Nei due decenni in cui ha faticato a trovare ruoli da attore nel cinema, Quan ha studiato le arti marziali, che gli hanno fatto guadagnare alcuni ingaggi come coreografo di scene d’azione in blockbuster come X-Men. Quelle capacità gli sono venute comode in Everything Everywhere All at Once tanto quanto in Colpi d’amore, che annovera diverse scene concitate di lotta costellate di calci volanti. Le sequenze di lotta sono entusiasmanti e realistiche (anche) grazie alla decisione del protagonista di non ricorrere a una controfigura. “Penso che ci siano dei vantaggi nel non essere molto alti [Quan è alto 1.63, ndr], ma molto flessibili” ha ammesso. “Nel corso degli anni mi sono allenato, ho cercato di tenermi in forma, ma fare un film come questo richiede molto a livello fisico. Se non avessi avuto costanza nell’allenarmi e avessi perso flessibilità, avrei finito per farmi molto male mentre tiravo tutti quei pugni e calci! Sono cintura nera di taekwondo e da bambino adoravo i film di arti marziali di Hong Kong, per cui sono davvero entusiasta di aver avuto l’opportunità di fare un film del genere”.
Per chi è fan dei revenge movie asiatici e delle commedie action hongkonghesi, o anche solo per chi, come Quan, è cresciuto con i film di John Woo, Tsui Hark, Ringo Lam o Wong Jing, Colpi d’amore è una chicca avvolta da un’aura di nostalgia, sufficiente a farci ignorare alcune criticità di un film che senza titoli di coda dura meno di ottanta minuti, la cui esilissima trama serve quasi l’unico scopo di unire insieme le scene che vedono i cattivi più strampalati scontrarsi con Marvin e venire massacrati da questa furia in miniatura. “Adoro Jackie Chan, Sammo Hung e Yuen Biao, e i loro film di arti marziali usciti nei primi anni ‘80” ha confermato l’attore americano di origini vietnamite. “Il mio amore per le arti marziali è nato da quei film, dove tutte le scene d’azione erano girate senza effetti speciali o trucchi o controfigure. Quando abbiamo iniziato le riprese di Colpi d’amore, la prima cosa che ho preteso è di fare lo stesso. Al netto di tutti tutti i lividi, i graffi e gli acciacchi, ne è valsa la pena. È stato molto divertente”.
