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sabato, Lug 04

Come blindare lo smartphone per proteggere foto e app



Da Wired.it :

Il cellulare è ormai il custode dei nostri segreti più intimi. Ma come far sì che siano protetti?

Foto: Pixabay

Il pin? Non basta. E a volte neppure il riconoscimento facciale, anche se è un buon inizio. Il nostro smartphone, memoria di riserva e custode dei segreti più intimi offre infatti più di un fianco ai curiosi, soprattutto in contesti familiari dove la privacy è un concetto sfuggente. E come la memoria, merita di essere protetto per non rischiare che il suo contenuto venga spiattellato ai 4 venti. La buona notizia è che oggi blindare un telefono non è difficile. Basta seguire queste indicazioni, sia su iOS che su Android.

Proteggere la navigazione

Il primo passo a favore della privacy è installare una VPN, cioè una rete privata virtuale, che ci consente di accedere al wi-fi pubblico senza preoccuparci del furto di password e del geoblocking di norma in alcuni paesi come la Cina. La VPN è utile in vacanza quando ci colleghiamo per lunghi periodi al wi-fi di sconosciuti.
Tra le più quotate c’è ExpressVPN, un’app a pagamento, che estende la sua protezione in abbonamento anche al computer e alla smart tv, nascondendo il nostro indirizzo IP e crittografando i dati di rete, in modo che nessuno possa vedere cosa stiamo facendo.
In giro se ne trovano anche altre, a prezzi diversi. Il consiglio degli esperti è comunque quello di prediligere sempre una VPN a pagamento: offre più garanzie.

Proteggere Whatsapp e messaggi

Edward Snowden, che la sa lunga, per proteggere i suoi messaggi usa l’app Signal (gratis per iOS o Android) che consente chiamate e i messaggi di testo crittografati. Ritenuta una delle migliori in fatto di usabilità e sicurezza, Signal ha un solo handicap: non è diffusa come Whatsapp o Telegram e per funzionare è necessario che la utilizzino anche i nostri interlocutori. Dunque o la scaricano anche loro, oppure bisogna usare i rimedi a disposizione.

Nel caso di Whatsapp, con un iPhone il consiglio è quello di attivare il Face-ID anche per lo sblocco dell’app (Impostazioni>Privacy>Blocco schermo). E su Android lo sblocco con impronta digitale (Impostazioni > Account > Privacy > Blocco con impronta digitale). Per Android esistono anche delle app che mettono un lucchetto ulteriore a Whatsapp, come Locker for Whats Chat App, che prevede lo sblocco via password o impronta digitale. Un altro trucchetto, valido sia per iOs che per Android, consiste nell’archiviare le chat più scomode che in questo modo almeno spariscono dalla schermata di Whatsapp (ma non dalla chat).
Con Telegram invece è anche più facile: l’app Made in Russia prevede di suo la possibilità di attivare un’ulteriore protezione via password (Impostazioni>Privacy e sicurezza>Codice e face-id).

Proteggere foto e video

Chissà perché Android e iOs non contemplano di default album fotografici segreti e protetti, dove nascondere le nostre immagini private. Al tempo del sexting, la funzione sarebbe sicuramente apprezzata, come dimostra il successo di Huawei Private Space e Samsung Secure Folder, le sezioni protette presenti sugli smartphone di ultima generazione dei due grandi brand di telefonia. Gli altri almeno per ora si arrangiano ricorrendo ad app che fanno lo sporco lavoro di proteggere le foto da occhi indiscreti con password. Una tra tutte: Keepsafe (freemium per iOs e Android), che ci permette di creare album protetti da password per foto, video e anche copie delle carte di credito e i documenti di identità. Una volta spostate le foto dall’album del telefono su Keepsafe, l’app ci chiede se vogliamo cancellarle tenendo così solo la copia secretata. In questo modo i file “personali” restano a portata di mano sullo smartphone ma al sicuro da sguardi indiscreti grazie a un metodo di crittografia “di livello militare”.

Mettere una chiave

I metodi di cui sopra dovrebbero bastare a proteggere il nostro smartphone. Ma se siete James Bond potreste aver bisogno di qualcosa in più. Tipo una chiave di sicurezza NFC come i Token di sicurezza Titan, in vendita sul Google Store (a partire da 45 euro). Hanno le dimensioni di un flash drive, in modo da poterli attaccare a un portachiavi e sono completamente a prova di phishing. Il funzionamento ricorda quello degli ormai obsoleti token bancari, con la differenza che invece del conto corrente proteggono la nostra vita digitale, rendendo impossibile accedere a qualsiasi account (email, social, ecc) senza un clic sulla chiave fisica. Basta solo stare attenti a non perdere di vista anche quella…

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[Fonte Wired.it]