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venerdì, Feb 21

Come funziona il “contact tracing” del coronavirus in Italia



Da Wired.it :

Insieme alla diagnosi precoce e all’isolamento nei casi indicati, il contact tracing (che prevede di rintracciare tutte le persone venute in contatto con i contagiati), è l’altra arma essenziale per bloccare il nuovo focolaio del coronavirus

coronavirus
(foto: Orbon Alija via Getty Images)

Ci sono nuovi contagi di coronavirus in a Codogno, Castiglione d’Adda e Castelpusterlengo, nella provincia lombarda di Lodi. E l’allerta cresce, con la richiesta dell’assessore al Welfare della Regione Lombardia che i cittadini rimangano a casa a scopo precauzionale. In questa nuova cornice, ricordando che è bene seguire le raccomandazioni e non farsi prendere dal panico, un aspetto centrale che emerge è la necessità di rintracciare i contatti stretti delle persone contagiate, il cosiddetto contact tracing. Si tratta di un’arma centrale, insieme alla diagnosi precoce e a un’adeguata gestione dei malati. Ecco come avviene il contact tracing, spiegato dall’Organizzazione mondiale della sanità, e contestualizzato nel caso italiano.

Cos’è il contact tracing e perché è importante

Il problema è che può accadere di non sapere se si è stati vicino a una persona malata. E a questo serve il contact tracing, ovvero la capacità di rintracciare i contatti del paziente, uno strumento essenziale per individuare quanto prima possibile i contagiati e arrestare il focolaio. Questa operazione viene svolta dalle autorità sanitarie preposte. L’Oms ha da tempo illustrato cos’è il contact tracing e come avviene e, all’inizio dell’epidemia del nuovo coronavirus, ha pubblicato un protocollo specifico su come agire – lo fece per esempio anche per altre epidemie, come la Mers nel 2015. Non mancano inoltre (ma questo vale in generale per tutti e da tempo) le regole dell’Oms  per limitare il proprio rischio e quello degli altri, fra cui lavarsi spesso le mani per almeno 20 secondi con acqua e sapone oppure con soluzioni a base di alcol.

Come avviene in generale il contact tracing

Il primo passo, scrive l’Oms, consiste nell’identificazione dei contatti. Una volta che arriva la conferma che una persona è stata infettata dal virus, il personale sanitario le domanda informazioni su tutti i suoi spostamenti e le sue attività nel periodo in cui era già infetta (includendo il periodo di incubazione di 14 giorni). A fronte dei suoi movimenti, si cerca di individuare tutte le persone, familiari, amici, colleghi di lavoro, operatori sanitari, incontrati o con cui si è avuta un’interazione.

A questo punto si stila una lista con tutti i nominativi, valutando anche il loro livello di rischio, in base al tipo di interazione avuta col paziente, se alto o basso, e muovendosi di conseguenza. Tutti quanti vengono poi contattati e informati della situazione e delle misure che eventualmente devono prendere per limitare il proprio rischio e quello di chi li circonda. Il personale sanitario, inoltre, sottolinea l’importanza di non attendere se ci sono sintomi per ottenere cure quanto prima. Agire presto e non indugiare serve anche per contenere la gravità della malattia, qualora la persona fosse effettivamente stata contagiata.

In alcuni casi, poi, il contact tracing prevede la richiesta di della quarantena a casa o in ospedale a scopo precauzionale. Il terzo passo consiste nel follow-up di tutti i contatti, monitorando sintomi e svolgendo test ripetuti per valutare un’eventuale positività che possa emergere non immediatamente.

Il contact tracing nel caso lombardo, l’isolamento

In questo caso l’approccio è quello di cercare i contatti e prendere misure a distanza. L’assessore regionale Giulio Gallera, in una nota ufficiale, invita “tutti i cittadini di Castiglione d’Adda, di Codogno e di Casalpusterlengo, a scopo precauzionale, a rimanere in ambito domiciliare e a evitare contatti sociali”. E attualmente ci sono 250 persone in isolamento, rende noto l’Ansa, che verranno sottoposte al tampone per rilevare l’eventuale presenza del coronavirus.

Il filtro del 112

Inoltre, sempre per i cittadini di questi paesi, per chi ha sintomi influenzali o respiratori l’indicazione “perentoria”, fa sapere sempre l’assessore al Welfare, è quella di non recarsi al pronto soccorso, ma di chiamare il 112 “e valuterà ogni singola situazione e attiverà percorsi specifici per il trasporto nelle strutture sanitarie preposte oppure ad eseguire eventualmente i test necessari a domicilio. È attiva da ieri sera una task force regionale che sta operando in stretto contatto con il ministero della Salute e con la Protezione civile”. In altre parole, il 112 farà da filtro e valuterà caso per caso come attivarsi, una misura per ridurre il rischio del singolo e della comunità.

Il contact tracing già avvenuto e in corso

L’assessore aggiunge che “la maggior parte dei contatti delle persone risultate positive al coronavirus è stata individuata e sottoposta agli accertamenti e alle misure necessarie”. Insomma, il contact tracing è già avvenuto ed è ancora in corso tramite il 112. Ma ancora una volta è bene ricordare che non bisogna farsi prendere dal panico e seguire tutte le raccomandazioni che via via vengono fornite dalle autorità tramite i media e altri canali ufficiali.

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[Fonte Wired.it]