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Come funzionano le autorità indipendenti (come il Garante della Privacy) ma, soprattutto, sono davvero indipendenti?

by | Nov 11, 2025 | Tecnologia


Il caso del Garante della Privacy (l’autorità che si occupa della protezione dei dati personali) ha riacceso una discussione che, periodicamente, attraversa il nostro paese ogniqualvolta emergano legami tra chi compone questi organi e la politica, che dovrebbe essere controllata. Nelle ultime settimane il programma televisivo Report ha dedicato due puntate all’attività del Garante della privacy, documentando incontri tra un componente del collegio ed esponenti politici o rappresentanti di aziende vigilate. Al centro delle contestazioni c’è la sanzione da 150mila euro comminata alla Rai e la riduzione di una multa a Meta (il gruppo che controlla Whatsapp e Facebook, tra gli altri) da 44 a 12,5 milioni di euro. Le opposizioni hanno chiesto dimissioni, la maggioranza ha respinto le accuse. Ma al di là delle polemiche del momento, la vicenda offre l’occasione per capire come funzionano davvero queste autorità, chi le nomina e quali sono i meccanismi che dovrebbero garantirne l’autonomia dal potere politico.

Come funzionano le autorità indipendenti

La creazione delle autorità amministrative indipendenti italiane comincia negli anni Novanta del secolo scorso, in concomitanza con i processi di privatizzazione delle imprese pubbliche e di liberalizzazione dei servizi. Si tratta di organismi pubblici che dovrebbero operare senza subire ingerenze politiche, da cui l’aggettivo “indipendenti”. La loro funzione è vigilare su settori specialistici come la concorrenza (Antitrust), i dati personali (Garante privacy), le comunicazioni (Agcom) e i mercati finanziari (Consob). Rispetto alla pubblica amministrazione tradizionale, queste autorità godono di poteri particolari: possono emanare regolamenti, svolgere controlli e infliggere sanzioni. L’idea alla base della loro creazione era sottrarre la gestione di settori sensibili al controllo diretto dei partiti, affidandola a tecnici nominati con procedure che garantissero un consenso ampio. Nella pratica, però, il meccanismo si è spesso trasformato in una lottizzazione tra forze politiche.

Il Garante della Privacy

Il Garante per la protezione dei dati personali è stato istituito con la legge del 31 dicembre 1996, numero 675, per dare attuazione alla direttiva europea 95/46/CE sulla tutela delle persone fisiche nel trattamento dei dati personali. L’autorità è composta da quattro membri che rimangono in carica sette anni senza possibilità di rinnovo. Due componenti vengono eletti dalla Camera dei deputati e due dal Senato, con maggioranze qualificate per garantire un consenso ampio tra le forze politiche. I quattro membri eleggono poi al loro interno il presidente e il vicepresidente del collegio.

L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) o Antitrust

L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), comunemente nota come Antitrust, è stata istituita nel 1990 ed è composta da un presidente e altri due membri, ridotti da cinque a tre nel 2011. Tutti vengono nominati d’intesa dai presidenti di Camera e Senato con mandato settennale non rinnovabile. L’autorità vigila sulle intese restrittive della concorrenza, sugli abusi di posizione dominante e sulle operazioni di concentrazione tra imprese che potrebbero limitare la concorrenza nel mercato.

L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom)

L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) funziona in modo analogo ed è stata istituita nel 1997 con la legge Maccanico. I presidenti di Camera e Senato nominano ciascuno due componenti, scelti tra personalità di comprovata indipendenza e competenza nelle materie di comunicazione ed economia. Anche in questo caso i quattro componenti eleggono il presidente tra loro.

La Commissione nazionale per le società e la borsa (Consob)

La Commissione nazionale per le società e la borsa (Consob), invece, ha una struttura diversa: presidente e due membri vengono nominati con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del presidente del Consiglio, previa deliberazione del Consiglio dei ministri e dopo il parere delle commissioni parlamentari competenti.

La composizione attuale del Garante della Privacy

Nonostante la presunta indipendenza, quasi mai i membri del collegio del Garante sono figure completamente avulse dalla politica. Come è il caso di Agostino Ghiglia, uno dei quattro componenti dell’autorità per la privacy, ex parlamentare di Alleanza nazionale e Fratelli d’Italia, giornalista professionista e direttore del quotidiano Il Secolo d’Italia. La trasmissione Report ha documentato che il 22 ottobre 2024, poche ore prima che il Garante infliggesse una sanzione da 150mila euro alla Rai per la diffusione di un audio riservato tra l’allora ministro Gennaro Sangiuliano e sua moglie, Ghiglia sarebbe entrato nella sede di Fratelli d’Italia in via della Scrofa a Roma dove avrebbe incontrato Arianna Meloni, responsabile della segreteria politica del partito.

La trasmissione ha poi rivelato un secondo episodio: nell’ottobre 2024 Ghiglia avrebbe incontrato Angelo Mazzetti, responsabile delle relazioni istituzionali di Meta in Italia, e il giorno successivo il collegio avrebbe ridotto una multa alla società per gli smart glasses da 44 milioni inizialmente proposti dai tecnici a 12,5 milioni, poi caduta in prescrizione. L’autorità ha respinto le ricostruzioni della trasmissione, sostenendo che le decisioni seguono procedure tecniche. Ghiglia ha negato ogni irregolarità.

Ma come è arrivato Ghiglia al Garante? L’attuale collegio è stato eletto nel luglio 2020, quando alla Camera governavano Partito democratico e Movimento 5 stelle in coalizione con Italia viva e Liberi e uguali. Al Senato vennero eletti Pasquale Stanzione e Agostino Ghiglia, alla Camera Ginevra Cerrina Feroni e Guido Scorza. Stanzione venne poi eletto presidente all’unanimità dal collegio il 29 luglio 2020. Si trattava di una composizione bipartisan: due membri vicini alla maggioranza di allora (Stanzione e Scorza) e due all’opposizione (Ghiglia per Fratelli d’Italia e Cerrina Feroni per la Lega). Una spartizione che avrebbe dovuto garantire equilibrio ma che ha finito per legare l’autorità alle dinamiche politiche.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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