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martedì, Lug 28

Come il criceto Hamtaro è diventato un simbolo di protesta in Thailandia



Da Wired.it :

Il personaggio manga sfila per le strade coI manifestanti che chiedono le dimissioni dell’esecutivo e una nuova costituzione. Per ora il premier Chan ha deciso di monitorare la situazione, ma le manifestazioni potrebbero continuare

(foto: Lillian Suwanrumpha/Afp/Getty Images)

Sfilano per le strade di Bangkok chiedendo le dimissioni del governo, lo scioglimento delle camere e una nuova costituzione e lo fanno mostrando pupazzi del criceto Hamtaro, il celebre protagonista dell’omonimo manga giapponese. È quanto sta accadendo in Thailandia, dove gli attivisti del movimento Gioventù libera hanno scelto il noto personaggio dei cartoon come simbolo delle proprie proteste. I manifestanti attingono a piene mani dall’iconografia pop: scandiscono slogan come “il cibo più delizioso sono i soldi dei contribuenti”, riprendendo il ritornello della sigla del cartone animato, intonano canzoni rap o alzano tre dita della mano destra al cielo, copiando il saluto della saga cinematografica Hunger Games. Sono più di 2mila le persone che, nel giro di pochi giorni, si sono unite a queste proteste che, nonostante i metodi poco convenzionali, si sono trasformate in una delle azioni più importanti contro il governo dal 2014, anno in cui in seguito a un colpo di stato si è insediata la giunta dell’ex generale Prayut Chan Ocha.

I motivi della protesta

I manifestanti sono scesi in piazza indossando le orecchie di Hamtaro o esibendo il celebre criceto in varie forme. “Usiamo tattiche stravaganti, ma conosciamo i gravi rischi di sfidare il divieto di raduno per lo stato d’emergenza del coronavirus e il potere dei politici e dei militari”, hanno spiegato alla stampa gli studenti che partecipano alle proteste.

“Siamo spaventati, ma per noi è importante iniziare a parlare pubblicamente” e, infatti, le proteste non stanno interessando solo la capitale dello stato, ma si stanno estendendo anche ad altre zone del paese, come la provincia del Chiang Mai o quella del Pattani.

A dare il via alle proteste è stata la contesta gestione del Covid-19 in Thailandia. Infatti, il governo non diffonde dati e statistiche sull’evoluzione dell’epidemia e, con l’imposizione delle norme di distanziamento sociale, Bangkok sta vivendo un periodo di importante crisi economica. Ma non sono gli unici motivi: a febbraio c’erano già state alcune manifestazioni – scemate nel giro di qualche settimana a causa della diffusione del virus – dopo la decisione del governo di sciogliere il partito d’opposizione Future Forward Party, molto popolare tra i giovani thailandesi. “Stiamo manifestando perché qualcosa cambi. Il governo attacca chiunque non sia dalla sua parte. Serve una vera democrazia”, ha sottolineato uno dei manifestanti raggiunto dal Nikkei Asian Review. Secondo gli attivisti, le leggi di emergenza avrebbero permesso alla giunta Chan di limitare enormemente le libertà dei cittadini, come già è accaduto in altri stati asiatici.

Per ora l’esecutivo ha deciso di “monitorare attentamente la situazione”. Il capo dell’esercito Apirat Kongsompong ha parlato di “una cospirazione politica più ampia”, mentre il primo ministro Chan ha detto di essere “preoccupato” per la situazione e ha difeso le leggi del governo. Rimane, però, il timore che le manifestazioni possano diventare violente a causa di scontri tra attivisti ed esercito.

Al movimento Gioventù libera, nelle ultime ore, si sono uniti i gruppi Lgbt che chiedono il riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso e le dimissioni del premier.

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[Fonte Wired.it]