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venerdì, Dic 31

Com’è il kebab vegetale? Noi lo abbiamo assaggiato



Da Wired.it :

Tradizionalmente, il kebab non viene fatto con il maiale, dato che nasce in paesi a prevalenza musulmana. E si può benissimo prepararlo senza carne, sostituendo agnello, manzo o pollo con straccetti a base di proteine dei piselli. È quello che ha fatto Planted, startup fondata nel 2019 in Svizzera specializzata in alternative plant based: che assomigliano alla carne nella consistenza e nel gusto, cioè, ma che sono vegetali. Il kebab vegetale è uno dei suoi prodotti e noi lo abbiamo assaggiato a Milano in uno dei locali della nuova catena Kebhouze, aperta dell’influencer-imprenditore Gianluca Vacchi, su invito di Planted. Sembra un vero kebab? Nì.

Planted ha stretto una collaborazione con Kebhouze, catena che in poche settimane ha già aperto due locali a Milano e uno a Roma e presto ne inaugurerà altri. Il format è super colorato, frequentato soprattutto da giovanissimi (da quanto abbiamo visto), brandizzatissimo e pensato per funzionare su Instagram. Cioè il regno, a torto o a ragione, di un personaggio come Gianluca Vacchi. La scelta è di proporre kebab di pollo e di black angus (quindi con un posizionamento un po’ più ricercato rispetto alla media) oppure l’alternativa vegetale di Planted. 

Quindi, dopo aver provato il pesce veg e il menu plant based di Hamerica’s (che a Bologna ha aperto un locale dedicato), ora passiamo all’assaggio del kebab veg. Infilata nella piadina arrotolata, la carne-non-carne di Planted colpisce per il suo aspetto: a vederla così ricorda decisamente il kebab, sia come colore sia come colpo d’occhio. Anche la consistenza si avvicina a quella della carne dei tipici spiedoni che girano: è meno grassa ma gli straccetti richiamano le striscioline sfilacciate che vengono tagliate con un coltello (di solito elettrico) dal döner kebab. 

E il sapore? Rispetto ai kebab azzannati di notte nelle strade di Milano, Berlino o Istanbul, in localini spesso impregnati dell’odore di carne, il kebab plant based è decisamente più delicato. Meno speziato, meno mediorientale. Non pungente come l’agnello, si avvicina di più alla versione con il pollo, che da qualche anno si è fatta strada anche tra i kebabbari. Chi cerca quel sapore lì, quello che ti resta attaccato al palato per ore, potrebbe rimanere deluso. Chi preferisce una versione meno rude del panino turco potrebbe aver trovato l’Eldorado. 

C’è da dire che a smorzare l’effetto finale è anche la scelta dei condimenti fatta da Kebhouze: niente salsa allo yogurt, niente piccantissima harissa, niente cavolo. La versione vegana, quella che abbiamo assaggiato noi di Wired, prevede pomodoro, lattuga, cipolla e maionese vegan. Quella vegetariana ha invece scaglie di Grana Padano, pomodori secchi, lattuga, cipolla, salsa spicy burger. I prezzi poi sono più alti della media di un kebab (8,30/8,70 euro) ma identici alle piadine con black angus proposte da Kebhouze. Rispetto al pollo invece costano circa due euro in più. 

Il kebab vegetale creato da Planted è fatto con acqua, proteine dei piselli, olio di colza, fibre di piselli, spezie, sale, lievito e vitamina B12. La sua missione, come succede sempre con i prodotti plant based, è di proporre un’alternativa più sostenibile della carne (l’eccessivo consumo di carne, soprattutto rossa, ha come tutti ormai sappiamo un forte impatto sul pianeta) che sia apprezzabile sia dai vegani sia dagli onnivori. 

Oltre che nella catena di Gianluca Vacchi, il kebab di Planted si può comprare anche nell’e-shop per prepararlo a casa, saltandolo in padella con un filo d’olio: 400 grammi costano 9,99 euro. Se invece siete ristoratori vi segnaliamo che sul sito di Planted è disponibile anche lo spiedone rotante di kebab vegetale da piazzare nel vostro locale. Farete un figurone.  



[Fonte Wired.it]