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Come la Cambogia vuole innalzare una grande muraglia digitale in pieno stile cinese

by | Ott 28, 2025 | Tecnologia


Un nuovo muro – senza pietre né calce – potrebbe innalzarsi presto in Cambogia. Non serpeggia lungo le montagne o i confini naturali, ma potrebbe scorrere invisibile tra router, cavi e server. E, soprattutto, tra le pieghe dell’algoritmo di un firewall di Stato che sta stimolando paragoni con la famigerata grande muraglia digitale cinese. Il progetto si chiama National internet gateway (Nig) e rappresenta una delle più ambiziose e controverse iniziative di controllo digitale mai intraprese nel Sudest asiatico.

Dopo anni di stallo, Phnom Penh sembra intenzionata a riprendere in mano il piano già delineato nel 2021, che prevede la creazione di un’unica infrastruttura attraverso la quale far transitare tutto il traffico internet nazionale. L’obiettivo dichiarato è quello di “rafforzare la sicurezza e la sovranità digitali”, ma secondo osservatori internazionali e organizzazioni per i diritti umani, si tratta piuttosto di un tentativo di aumentare la capacità di monitorare e reprimere il dissenso online, dopo aver già sradicato quello politico e quello che prende nelle piazze delle città.

Il nuovo ministero invisibile della rete

Il progetto, inserito in un documento del ministero della Pianificazione e datato maggio 2025, prevede che la gestione della rete venga affidata alla Telecom Cambodia, azienda statale che, insieme al ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni, dovrà realizzare le infrastrutture e supervisionare il flusso dei dati. Tutte le reti dovranno collegarsi a un gateway al quale dovranno fornire moduli compilati con identità e generalità degli utenti. Il mancato allacciamento al gateway, che secondo il testo originario dovrà avvenire entro un anno, potrebbe comportare la sospensione delle licenze operative ai fornitori di servizi e nei casi più gravi il blocco dei conti bancari. L’intenzione annunciata è quella di “prevenire e disconnettere tutte le connessioni di rete che minacciano sicurezza, ordine sociale, moralità, tradizioni e costumi” cambogiani.

Come un imbuto digitale

In sostanza, il Nig funzionerebbe come un imbuto digitale: tutto il traffico internet del Paese passerebbe per una serie di server centrali, controllati e gestiti dalle autorità, che avrebbero così la possibilità di bloccare siti, reindirizzare connessioni, analizzare pacchetti di dati e monitorare le comunicazioni in tempo reale. Il centro di gestione del Nig, che potrebbe fungere da vero e proprio “ministero della Rete”, sarebbe anche in grado di incrociare le informazioni digitali con banche dati statali – identità anagrafiche, conti bancari, registrazioni telefoniche – creando una forma di sorveglianza totale integrata.

Una proposta rilanciata a seguito dell’ondata di proteste in tutta l’Asia

Quando il governo cambogiano ha approntato per la prima volta il piano, Hun Sen era al potere da 36 anni ed era uno dei leader mondiali più longevi. La mossa sembrava una risposta al diffondersi delle proteste nei paesi asiatici vicini. L’esposizione dei giovani cambogiani alle rivendicazioni dei coetanei stranieri era aumentata negli anni precedenti, visto che tra il 2014 e il 2020 gli internauti sono passati da 5 a oltre 20 milioni. Una tendenza che è proseguita anche negli scorsi anni, dopo che Hun Sen ha lasciato il posto al figlio Hun Manet in seguito alle elezioni del luglio 2023, dove non esistevano veri avversari.

Nel 2022, però, il piano era stato archiviato senza troppe spiegazioni. Ora, con l’ascesa di Hun Manet, il ritorno: forse anche sulla spinta della recente ondata di grandi proteste in Asia, che ha sfidato e, in alcuni casi, travolto i governi di Bangladesh, Nepal, Indonesia e Filippine. Il piano prevede anche l’uso di intelligenza artificiale e big data per analizzare i contenuti diffusi sui social media. Dietro la retorica della “sicurezza nazionale” si cela quindi una preoccupante infrastruttura di sorveglianza, che potrebbe consentire al governo di monitorare in modo capillare la vita digitale dei cittadini.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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