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martedì, Set 08

Come l’Election Day americano potrebbe lasciare tutti a bocca aperta



Da Wired.it :

La sera del 3 novembre, quando le urne negli Stati Uniti saranno chiuse dopo le presidenziali più importanti degli ultimi quarant’anni, potrebbe prospettarsi uno scenario da incubo. O perlomeno per chiunque tema i prodromi di una quasi-guerra civile. I politologi lo chiamano Red mirage, il “miraggio rosso”, vale a dire l’impressione che Donald Trump abbia stravinto le elezioni – ricordiamo che negli Usa il rosso è il colore del Partito repubblicano – anche se alla fine potrebbe perdere dopo il conteggio dei voti per corrispondenza.
L’allarme arriva in questi giorni dalla società tecnologica Hawkfish, fondata dall’ex sindaco di New York Michael Bloomberg per sostenere il Partito democratico e che ora appoggia la candidatura di Joe Biden contro Trump. La preoccupazione nasce dal fatto che secondo gli  analisti i democratici voteranno, a questa tornata, per corrispondenza molto più dei repubblicani, per paura del coronavirus: una larga maggioranza dei primi lo teme, mentre una fetta consistente dei secondi è più scettica o addirittura crede che tutta la faccenda del Covid sia una gigantesca impostura: l’occasione definitiva, da parte del potere di strozzare la libertà della gente comune con la scusa di una crisi volutamente e artatamente esagerata.

Questo atteggiamento diverso dei due blocchi potrebbe però disegnare uno scenario anomalo durante la maratona post-voto: una apparente valanga a favore di Trump nelle prime ore – grazie al suo vantaggio nel collegio elettorale, sbilanciato verso gli stati rurali o meno popolati – poi ridimensionata dal lento, estenuante conteggio delle schede per corrispondenza, fino a un clamoroso ribaltamento finale che darebbe la vittoria a Biden.

Cose che succedono, potrebbe dire qualcuno, nella complessa trama burocratica delle democrazie. Persino Trump sembra essersi preparato a tale eventualità: in una conferenza stampa il 15 agosto ha spiegato, con le solite esagerazioni, che il risultato del voto potrebbe restare in sospeso per “mesi” se non “anni”.
Ma non è difficile immaginare potrebbe succedere, tra i sostenitori più radicali del presidente, nelle strade e in rete, in un contesto così diviso e lacerato, con teorie del complotto incrociate, disinformazione e delegittimazione reciproca, se una vittoria per Trump dovesse essere tramutarsi in una sconfitta con giorni di ritardo. Si potrebbero forse scontrare ancora più duramente di oggi le piazze di destra – convinte di un ultimo inganno da parte del Deep State – e quelle di sinistra, che festeggiano la caduta del loro tiranno? Potrebbe andare davvero in scena una scissione definitiva tra le due metà del paese, a livello civico e antropologico?

Quel che è certo è che da tempo il presidente mette in discussione la sicurezza delle schede elettorali per posta, affermando che il sistema cadrà vittima delle frodi elettorali; nonostante non ci siano prove in tal senso; nonostante sia stato il suo stesso partito in passato a promuovere questa modalità (per venire incontro alle esigenze di un elettorato sempre più anziano) e nonostante lui stesso, in altre occasioni, abbia votato per posta.

Oggi – complice con ogni probabilità il fatto che il voto per posta è sbilanciato a favore dell’opposizione, poiché ritenuto troppo complicato dagli elettori del Gop che preferiscono votare di persona o piuttosto non votare affatto – ha cambiato idea: “Il voto per corrispondenza universale sarà catastrofico, renderà il nostro paese lo zimbello del mondo”, ha detto Trump in una conferenza stampa di due settimane fa. “Il problema con il voto per corrispondenza, il numero uno, è che non si sa mai quando finiscono le elezioni”.

Ha fatto poi scalpore la decisione di Twitter di segnalare con un apposito bollino i tweet di Trump che sostengono questa teoria cospirazionista sulla trappola del voto per posta, e il presidente per tutta risposta ha dichiarato guerra alla piattaforma e amplificato ancora di più le voci di media alternativi e influencer alt-right che gli stanno tirando la volata con notizie distorte e video montati ad arte per denigrare gli avversari.

L’amministratore delegato di Hawkfish, Josh Mendelsohn, dice che il miraggio rosso è dietro l’angolo: c’è, spiega, “una possibilità molto concreta” che i dati possano mostrare una apparente “vittoria incredibile” per Donald Trump. Secondo uno dei modelli sviluppati dalla società, Trump potrebbe detenere un vantaggio previsto di 408-130 voti elettorali nella notte delle elezioni, se solo il 15 per cento dei voti per posta dovesse essere contato entro le prime 24 ore. Una volta contato il restante 75 per cento delle schede per posta, entro quattro giorni dal voto, il vantaggio potrebbe essere a favore di Biden con 334 voti elettorali contro 204.

Inutile dire che il risultato finale sarà determinato da una miriade di fattori ancora non definiti nei prossimi due mesi: da chi voterà effettivamente, e da come le opinioni degli elettori sui candidati cambieranno nelle prossime settimane. Secondo il direttore della comunicazione della campagna di Trump, Tim Murtaugh, “i media dovrebbero smetterla di fare previsioni per il futuro”.

Il timore di molti osservatori è che, nonostante il continuo alternarsi di minacce, battute passive-aggressive e fiducia nei propri mezzi dei due schieramenti, il livello dello scontro negli Stati Uniti, in caso di un colpo di scena del genere, di miraggi che diventano beffa, potrebbe salire enormemente.





[Fonte Wired.it]