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lunedì, Giu 05

come l’invecchiamento della popolazione lo influenza | Wired Italia



Da Wired.it :

Studiare la demografia per comprendere il cambiamento climatico. Con questo obiettivo è nato il report Demography and climate change presentato questa mattina al Jrc di Ispra (Varese), centro di ricerca sostenuto dalla Commissione europea. Uno studio che, da un lato, mira a comprendere come le dinamiche demografiche possano influire sul cambiamento climatico, dall’altro, come studiando la popolazione sia possibile mettere in atto mitigazioni più efficaci degli effetti di quest’ultimo.

“La crescita della popolazione è uno dei principali fattori che alimentano il cambiamento climatico. Per questo lo studio della demografia può aiutarci a sviluppare politiche più efficaci, perché basate sui dati”, ha esordito durante l’evento di presentazione del report il direttore generale del Jrc Steven Quest.

I protagonisti della presentazione del report “Demography and climate change”Copyright European Union, 2023

La curva demografica, ha spiegato Anne Goujon, programme director all’International institute for applied systems analysis, si muove da una situazione che incrocia alta natalità e mortalità verso una in cui questi indici si riducono. In altre parole, nell’ultimo quarto di questo secolo la popolazione globale è destinata a calare. Il punto è capire che succede nei prossimi cinquant’anni.

Sì, perché i paesi che hanno già imboccato la curva discendente, come l’Italia, sono tra quelli con un’economia sviluppata e che hanno già iniziato a ridurre la quantità di CO2 immessa in atmosfera. “Metà dei paesi del mondo, la parte più povera del pianeta, è responsabile di appena il 15% delle emissioni, ha sottolineato Dubravka Šuica, vicepresidente della Commissione con delega alla Democrazia e alla demografia. E se, banalmente, più persone significa più emissioni, cosa succederà nel prossimo mezzo secolo in paesi come il Niger, dove il tasso di fertilità, pur in calo negli ultimi 40 anni, nel 2021 era ancora pari a 6,8 figli per donna?

I punti chiave

“Sono 3 gli elementi di incertezza, in questo quadro”, ha aggiunto Goujon. Il primo riguarda il tempo necessario per la transizione dall’alta alla bassa fertilità nei paesi in via di sviluppo, il secondo la diffusione dei tassi di fertilità estremamente bassa (come quello della Corea del Sud, pari nel 2021 a 0,8 figli per donna), il terzo, infine, l’evoluzione dell’aspettativa di vita.

Ed è proprio quest’ultimo aspetto quello sul quale si è concentrato il report. Nel senso che “le persone più anziane sono intrappolate in pattern di comportamento legati a emissioni più alte: in futuro, gli over 65 saranno responsabili di oltre il 40% delle emissioni”, ha illustrato Fabrizio Natale, esperto di demografia in forza al Jrc di Ispra. La silver economy, in altre parole, si candida a diventare quella con un maggiore impatto dal punto di vista climatico. Ed è anche qui che l’Europa deve agire.

Un ulteriore elemento da tenere in considerazione, parlando di demografia e cambiamento climatico, è quello legato alle migrazioni. Le quali “possono avere un ruolo cruciale nel contrastare il basso tasso di fertilità di un paese”, ha spiegato Daniele Vignoli, professore di demografia all’università di Firenze. Ma potrebbero a loro volta essere impattate dal climate change: “il cambiamento climatico può incidere sulla fertilità e sulla mortalità, così come sulle migrazioni. Non tutti sono esposti allo stesso modo agli effetti del riscaldamento globale che e, generando crisi economiche, potrebbe impedire ad alcune persone di partire”, ha aggiunto Raya Muttarak, professoressa di demografia all’università di Bologna. Sono molti, insomma, gli elementi di incertezza. Quello che è sicuro è che il rapporto tra demografia è climate change merita di essere indagato.



[Fonte Wired.it]