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mercoledì, Nov 25

come parlare agli uomini di femminismo?



Da Wired.it :

Il mio amico è uno dei tanti che guarda con sospetto le femministe. Ho tanti amici come lui, donne e uomini, che mai si definirebbero femministi nonostante siano tutte e tutti per la parità tra i sessi. Ma non dovevamo essere tutti femministi come indicavano certe magliette Dior?

Gli esperti e le esperte concordano nel dire che il patriarcato danneggia anche luomo a causa dellimposizione di certi modelli tossici che causano gelosia, rabbia, machismo e che portano, nella migliore delle ipotesi, a una vita frustrante e, nei casi peggiori, a comportamenti abusanti verso i propri partner o le proprie partner. Ma non solo, certe pratiche maciste sono dei veri e propri reati, come la condivisione di materiale intimo senza il consenso dellaltra persona (vedasi per esempio il caso della maestra di Torino) ma non vengono percepiti come tali, e su questultimo punto certe testate dovrebbero farsi un bellesamino di coscienza.

Mi chiedo non tanto quanto sia duro a morire il patriarcato, la risposta la so, ma se le armi che il femminismo ha scelto per combatterlo siano quelle giuste.

Sono femminista pentita, nel senso che mi pento di non esserlo stata prima. Rientro in quelle casistiche che leggete sui giornali in occasione delle giornate mondiali contro la violenza sulle donne: ho avuto un compagno abuser, sono stata ricattata, pedinata, perseguitata, picchiata; ho subito molestie sul luogo di lavoro e sono stata pagata meno dei miei colleghi uomini a parità di curriculum e di mansioni. Tutto questo non fa di me un essere speciale, ma una donna nella media. Nonostante quello che mi è successo, sono stata una convinta anti-femminista e lo sono stata per molto tempo. Limpressione che ho avuto, e che poi ho scoperto essere condivisa da tantissime persone, è che il femminismo non sia percepito come una sana spinta allautodeterminazione ma come il tentativo di soppiantare un modello dominante con un altro altrettanto dominante. Per essere accettate e considerate delle interlocutrici credibili, spesso bisogna porsi in un certo modo, vestirsi in un certo modo e pensare in un certo modo. Cè bisogno poi di mal tollerare gli uomini tutti, senza distinzione. Lunica volta in cui sono andata a un incontro alla Casa internazionale delle donne il mio fidanzato e gli altri uomini presenti sono stati cacciati a suon di strilli (capite bene il perché è stata lunica volta). Sono stata a eventi in cui gli uomini non potevano partecipare perché le donne altrimenti non si sarebbero sentite al sicuro, sono stata in posti in cui vendevano solo libri scritti da donne e in cui parlavano solo donne di altre donne, festival in cui si protestava contro gli all men panel invitando solo donne. Recentemente in una chat le mie amiche lesbiche hanno condiviso lo screenshot di un post pubblicato su un gruppo femminista in cui agli uomini che avanzavano delle civilissime obiezioni veniva chiesto di tacere. Le mie amiche trovavano la cosa molto divertente, io meno.

Mi chiedo se questi atteggiamenti non rientrino tra le cause che impediscono un dialogo aperto non solo tra donne e uomini, ma anche tra le donne stesse.

Dopo il #metoo il femminismo è diventato pop, ma il femminismo sembra ancora un posto esclusivo con la selezione allingresso. Londata di indignazione montata dopo le accuse al produttore Harvey Weinstein ha allargato la platea che sinteressa a questi temi e oggi non si contano le trasmissioni televisive, le serie, i programmi e gli account che dispensano consigli, offrono ascolto o fanno divulgazione su questo argomento. Gli stessi che commentano e condividono storie di abusi, segnalano casi in cui nel racconto di un femminicidio o di una violenza c’è troppa tolleranza nei confronti dellaccusato, insomma fanno abbastanza rumore affinché se ne parli. Ma il femminismo ancora non sfonda, vuoi per certe sue rigidità sia per le resistenze di chi dovrebbe mettersi in discussione: gli uomini.

Maria Laura Rodotà ha scritto che nei confronti del patriarcato, in Italia si è scelto di ricorrere alla tecnica del grande catenaccio, con sovranisti, populisti e donne accondiscendenti tutti pronti a marcare stretto qualsiasi donna obietti e cerchi di sfondare la metà campo avversaria. Sventolare lo spauracchio della cancel culture è una delle cause che rendono difficile la comunicazione tra chi si definisce femminista e chi non ne vuole sapere, ma non è lunica. Resta il fatto che senza il coinvolgimento degli uomini non si va da nessuna parte, con buona pace della Casa internazionale delle donne.





[Fonte Wired.it]