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mercoledì, Nov 06

Come procede l’impeachment di Trump


L’ambasciatore statunitense nell’Ue Gordon Sondland ha confermato una delle questioni al centro delle indagini contro Trump, e intanto il chief of staff è stato chiamato a testimoniare davanti al Congresso

(foto: Getty Images)

Gordon Sondland, l’ambasciatore Usa alla Ue, ha cambiato la sua testimonianza nell’indagine di impeachment contro Donald Trump, fornendo al Congresso una relazione di quattro pagine che ha confermato la circostanza dalla quale è nata la procedura. L’ambasciatore ha spiegato di aver detto a Kiev che gli Stati Uniti non avrebbero approvato un pacchetto di aiuti militari all’Ucraina contro la Russia finché Voloymyr Zelensky, il presidente ucraino, non si fosse impegnato a indagare sul conto di Joe Biden e di suo figlio Hunter.

Questa rettifica compromette di molto la posizione del tycoon, che aveva invece sempre negato qualsiasi scambio reciproco di favori. Di fatto, stando alla testimonianza di Sondland, si tratterebbe di un vero e proprio ricatto. Ma c’è anche un’altra deposizione che inguaia Trump: quella dell’inviato Usa in Ucraina Kurt Volker. Dalle trascrizioni della sua testimonianza emerge anche che Rudy Giuliani, ex sindaco di New York e avvocato personale di Trump, fece pressioni perché il governo ucraino dicesse pubblicamente che avrebbe investigato sulle elezioni Usa del 2016 e su Burisma, ovvero la società con cui aveva a che fare il figlio dell’ex vicepresidente Joe Biden.

Intanto anche il capo di gabinetto ad interim del presidente Trump, Mike Mulvaney, è stato chiamato a testimoniare al Congresso questo venerdì. È il più alto responsabile della Casa Bianca a ricevere una tale convocazione e non si sa ancora se andrà a deporre o meno. Altri alti funzionari che erano stati convocati in questi giorni non si sono presentati, sostenendo il diktat di Trump: non collaborare all’indagine in quanto, a suo parere, illegittima.

La telefonata galeotta

L’inchiesta è nata dall’audio di una chiamata tra Trump e Zelensky lo scorso 25 luglio. Il presidente Usa avrebbe chiesto al suo omologo di indagare su Hunter Biden, ex membro del consiglio di amministrazione di una società ucraina del gas, e su suo padre, Joe Biden, nel tentativo di danneggiare quest’ultimo in vista delle presidenziali 2020.

In questo modo Trump puntava a dimostrare che Biden avesse abusato del suo potere per proteggere il figlio dalle indagini anti-corruzione avviate in Ucraina. Si tratta essenzialmente di una teoria del complotto estremamente diffusa nella destra americana, ma ancora senza alcuna prova.

Come funziona l’impeachment

La messa in stato d’accusa del presidente è un processo politico che mira a individuare eventuali abusi di potere compiuti dall’inquilino della Casa Bianca. Si compone di una prima fase di indagine, dove vengono ascoltate varie testimonianze, e una seconda di dibattimento davanti al Senato.

Al momento siamo ancora nella prima fase, anche se negli ultimi giorni la Camera ha approvato la procedura di impeachment per Trump. Gli ultimi colpi di scena potrebbero quindi accelerare il processo, come vorrebbero i Democratici. Quest’ultimi hanno l’obiettivo di dimostrare che le pressioni del tycoon su Kiev puntavano a demolire l’avversario Joe Biden proprio in vista delle presidenziali del 2020.

Un primo terremoto repubblicano

Intanto Trump, stando ai primi risultati non ancora confermati, avrebbe perso due elezioni su tre, in quello che è stato definito Super Tuesday. Ieri Kentucky e Mississippi hanno infatti votato per eleggere il governatore, mentre in Virginia si è rinnovata l’assemblea statale. Si tratta le prime elezioni dopo l’avvio della procedura di impeachment nei confronti del presidente.

In Kentucky il candidato dem Andy Beshear ha rivendicato il successo contro il governatore repubblicano uscente Matt Bevin col 49,2 per cento dei voti contro il 48,9 per cento. In questo stato Trump aveva superato Hillary con un vantaggio del 30 per cento. Un trionfo storico per i democratici anche in Virginia dove hanno dove hanno riconquistato l’intero parlamento dopo oltre 20 anni. In Mississipi invece nessuna sorpresa: il candidato repubblicano Tate Reeves resta saldamente in testa davanti al rivale dem Jim Hood.

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