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martedì, Dic 17

Come sarà l’Agenzia nazionale per la ricerca


La nuova struttura avrà una funzione di coordinamento tra i vari poli universitari ed enti pubblici e privati di ricerca. Il direttore sarà scelto dal premier tra 25 candidati del mondo della scienza

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(foto: Getty Images)

Insieme al maxi emendamento che approverà la Legge di bilancio 2020, è appena nata l’Agenzia nazionale per la ricerca, ente che dovrebbe coordinare bandi e progetti e mettere a sistema le tante realtà scientifiche italiane ancora troppo frammentate. Voluta dal premier Giuseppe Conte, la struttura avrà 34 dipendenti, di cui tre dirigenti, e partirà con 25 milioni di euro. Nel 2021 arriveranno, invece, 200 milioni, da destinare attraverso bandi e chiamate e dal 2022 300milioni.

Come vi avevamo raccontato tempo fa, Conte, in occasione della presentazione del Rapporto 2019 sulla ricerca era intervenuto al Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), annunciando che “nella prossima legge di bilancio ci sarà un’Agenzia nazionale della ricerca, che avrà una funzione di coordinamento tra i vari poli universitari ed enti pubblici e privati di ricerca”. Un ente, sempre secondo il premier, che “negli anni governi di tutti gli orientamenti politici hanno colpevolmente omesso di porre al centro della propria agenda, mossi da un atteggiamento miope, che certamente non vogliamo replicare”.

Tuttavia, in una prima stesura si era deciso che sei membri su nove fossero di nomina politica generando, di conseguenza, dubbi e scetticismo da parte del mondo scientifico. Per funzionare bene, infatti, un ente del genere dovrebbe essere il più possibile slegato dalla politica. “Si tratta”, ci aveva raccontato Luca Carra, segretario del Gruppo 2003,“di una questione molto delicata, che se affrontata con leggerezza potrebbe portare all’ennesimo pasticcio”. Nella sua stesura finale, invece, è emerso il tentativo di depoliticizzazione di un’agenzia scientifica che, comunque, dovrà muoversi “in relazione agli obiettivi strategici della ricerca e dell’innovazione e degli obiettivi di politica economica del governo funzionali alla produttività e alla competitività del Paese”.

L’Agenzia nazionale della ricerca sarà sotto il controllo sia della presidenza della Presidenza del consiglio che il ministero dell’istruzione. E, comma 1 dell’articolo 28, “sarà dotata di autonomia statutaria, organizzativa, tecnico-operativa e gestionale”. L’autonomia sarà gestita da un direttore, che ricoprirà la carica per 4 anni, scelto dal premier su una rosa di 25 scienziati selezionati da una commissione di valutazione, formata da 5 membri scelti dal ministro dell’Istruzione, dal presidente dell’Agenzia di valutazione Anvur, dal vicepresidente del Comitato di esperti per la politica della ricerca (Cepr), dal presidente del Consiglio europeo della ricerca (Erc) e dal presidente della Fondazione europea della Scienza.

Il comitato direttivo, invece, sarà composto da otto membri: uno scelto dal Miur, uno dal ministro per lo Sviluppo economico, uno dal ministro della Salute, uno dal ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, uno dalla Conferenza dei rettori delle università italiane, uno dal Consiglio universitario nazionale, uno dalla Consulta dei presidenti degli enti pubblici di ricerca e uno dall’Accademia dei Lincei. Il Comitato scientifico sarà, invece, composto da 5 membri nominati dal direttore all’interno di una rosa di 25 candidati, selezionati da parte di una commissione.

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