Seleziona una pagina
mercoledì, Gen 13

Come si provano a vendere le lavatrici ai giovani sui social network



Da Wired.it :

Boomer triggerati da una parte, esperti di marketing che la sanno lunga dall’altra, il post metatestuale sulle lavatrici di Unieuro ha dimostrato di aver raggiunto il suo obiettivo: farci esprimere (anche in questo articolo) un’opinione sul post stesso

Qualche tempo fa sui social andava di moda lo scherzo di Altro: i vostri amici di Facebook più simpaticoni, quelli che condividono con alacre spensieratezza i fotomontaggi con Bocelli o le gif di Giorgia Meloni, facevano finta di chiudere i propri post o commenti con la parola “Altro“, dando a intendere che bisognasse cliccare per visualizzare il resto del contenuto e invece si veniva rimandati a una pagina intitolata proprio Altro. Il trucchetto, divertente quanto snervante, è venuto in mente a tanti dopo il post social del momento, quello su cui commentatori ed esperti – veri o autodefinitisi – di social media marketing si stanno scontrando da ore a suon di pro e contro manco si trattasse di SanPa. Sulla pagina della nota catena di elettrodomestici Unieuro è infatti comparso un messaggio che recitava “Questo è un normalissimo post che parla di questa ottima lavatrice, Non c’è altro da vedere. Davvero, non vale la pena che clicchi su Altro…“; ovviamente tutti cliccavano su “Altro“, accendendo a un’altra parte di testo assolutamente insolita per la gestione più classica dei canali social aziendali.

In questo caso è proprio il social media manager a prendere la parola in prima persona quasi si stesse rivolgendo agli amici della sua cumpa: “Sì fra, sono io, il social media manager di Unieuro. Niente, ‘ste settimane non ci sono stato perché mi hanno mandato a un corso per imparare a fare i social fichi“. Un po’ influencer di FitVia un po’ wannabe Milanese imbruttito, eccolo che stravolge tutti i crismi della comunicazione di brand: “Ho imparato molto, credo. In generale è stato carino. Magari a volte un po’ cringe, soprattutto quando mi dicevano ‘devi essere sintetico nei testi’ e io invece ero tipo ‘ma zio, sintetico cosa? Ma ti rendi conto il trauma che fino all’altroieri la gente giocava con le figurine e ora deve scegliere quale lavatrice comprare?’”. Tutto molto giovane, insomma, e tutto molto ostentatamente rivoluzionario, controcorrente, fatto per far parlare, in altre parole studiato per essere social.

Da lì via alle disquisizioni, ovviamente, che si dividono come al solito in tifoserie ben allineate, fra quelli che ne lodano la genialità (incombente il dubbio su quanti Recovery Fund finanzieremmo con un euro ogni “Geniale!” speso negli ultimi 150 anni) e quelli che invece mettono i puntini sulle i: ma le conversioni? ma quante lavatrici ha venduto veramente? ma il target? ma sicuri che i giovani comprino le lavatrici? Interessante, in effetti, quando un esercizio di stile social si trasforma in una disquisizione sociologica, oppure in un corso accelerato di marketing online, giusto in tempo per distoglierci da un dibattito costituzionale sull’impeachment o un modello statistico di distribuzione dei vaccini. Ben venga la distrazione di Unieuro, insomma, che già da tempo ha dimostrato di voler svecchiare la propria comunicazione scaldandola e avvicinandola a quella dei suoi utenti: già il 22 dicembre aveva lanciato una “offerta che si commenta da sola“, e infatti seguivano una serie di commenti a firma della pagina stessa.

No, ma sul serio. Dai un’occhiata ai commenti.

Posted by Unieuro on Tuesday, December 22, 2020

Dato che i social di tutto il mondo, ormai ufficialmente privi di Trump e allergeni ma pieni di trigger warning e teorie cospirative, si stanno trasformando sempre più in un trappola a orologeria per boomer, molti rimangono colpiti se qualcuno tenta di ricalibrarne i mezzi ormai vetusti e usurati dai miliardi “Buongiornissimo“, “Condividi sei hai il coraggio” e pietre tombali di Taffo (che ha fatto la sua risposta al post Unieuro, ovviamente), magari cercando di portare un registro, quello dei giovani (esiste un registro dei giovani, poi?), i quali nel nostro orizzonte comunicativo occupano ormai una riserva indiana ancora più esigua (ma più simpatica) di quella dei renziani. Appena i gggiovani escono dall’ombra del loro TikTok e invadono i corrispettivi informatici dei volantini nella cassetta della posta, ci svegliamo all’improvviso di un’ipnosi fatta di Marketplace e “Che patriota di Capitol Hill sei?“. E non preoccupatevi se Unieuro venderà più o meno lavatrici, tanto in questi tempi di zone perennemente cangianti basta rigirare un paio di volte la tutona unicorno double-face ordinata mesi fa su Wish. Poi anche questo dibattito passerà, e potremo finalmente tornare a parlare di altro.

Potrebbe interessarti anche





[Fonte Wired.it]