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lunedì, Lug 20

Come stanno andando i negoziati sul recovery fund al Consiglio europeo



Da Wired.it :

I tre giorni di vertice non hanno ancora portato a un accordo su bilancio e Next Generatio Eu. I paesi cosiddetti “frugali” vogliono cambiare l’importo del fondo e il sistema di controllo per l’erogazione del denaro

(foto: Dursun Aydemir/Anadolu Agency/Getty Images)

Dopo tre giorni di incontri, il Consiglio europeo straordinario non ha ancora trovato un accordo su recovery fund e prossimo bilancio europeo. I negoziati, già annunciati come molto difficili, si trovano in una fase di stallo e le posizioni dei leader degli stati membri sono ancora contrapposte. Nei giorni scorsi il presidente del Consiglio Charles Michel ha promosso un giro di consultazioni bilaterali con l’obiettivo di presentare in seduta plenaria una proposta condivisa. Lo stesso ha fatto anche la cancelliera tedesca e presidente del Consiglio dell’Ue Angela Merkel che ha mediato una serie di summit ristretti tra i vari paesi. In entrambi i casi, le riunioni si sono concluse con un nulla di fatto e i lavori riprenderanno alle 16 del 20 luglio con i medesimi punti di discussione: ammontare complessivo del recovery fund e il suo peso sul bilancio complessivo dell’Unione nel periodo 2021-2027, la suddivisione in prestiti e sovvenzioni a fondo perduto, in che modo verrà controllata l’erogazione di denaro e la possibilità di beneficiarne solo se vengono rispettate le norme comunitarie.

I nodi da sciogliere

L’ostacolo più grande da superare riguarda la composizione del fondo. Come riferisce il Sole 24 ore, l’accordo sull’ammontare complessivo tra i 700 e i 750 miliardi sembra esserci e trova il favore anche dei cosiddetti frugali – Austria, Olanda, Svezia, Danimarca e Finlandia – che però propongono di rivedere l’importo dei prestiti e degli aiuti a fondo perduto: i primi potrebbero aumentare da 250 a 350 miliardi, mentre i secondi dovrebbero scendere al di sotto delle quota fissata in precedenza di 400 miliardi (le prime indiscrezioni parlano di 390 miliardi). A questo problema si aggiunge anche la gestione del meccanismo di governance del fondo: il presidente Michel aveva proposto di delegarlo al Consiglio che, a maggioranza qualificata, avrebbe approvato o meno i piani di riforme e poi il monitoraggio di quest’ultimi sarebbe spettato alla Commissione. Il primo ministro olandese Mark Rutte, come portavoce dei frugali, chiede invece che le decisioni vengano prese all’unanimità e che un singolo paese possa esercitare il proprio diritto di veto nel caso in cui i fondi non vengano utilizzato correttamente non siano accompagnati da riforme significative (va detto che è l’articolo 311 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea – Tfue – a prevedere l’unanimità del Consiglio).

C’è anche la questione dei rimborsi. Il fronte composto dai paesi del sud Europa, come Spagna e Portogallo, insieme a Germania e Francia, vorrebbe abolire il sistema dei rebates secondo il quale i versamenti fatti da un singolo stato per il bilancio dell’Unione europea, in base a una serie di calcoli, vengono poi ricompensati tramite rimborsi. L’Olanda e gli altri non solo vogliono mantenere questo meccanismo, ma anche ampliare l’importo dei rimborsi. Ennesima circostanza che mostra quanto anche l’accordo sul bilancio 2021-2017 sia ben lontano dall’essere raggiunto.

L’altro scoglio da superare, questa volta, non riguarda i frugali ma vede coinvolte Ungheria e Polonia. Il presidente Viktor Orban, infatti, si oppone con forza alla possibilità di erogare i fondi solo se vengono rispettate le norme comunitarie. Una condizione introdotta dal presidente Michel per evitare che il denaro comunitario favorisca l’introduzione di norme autoritarie.

Le prime convergenze sono solo sui criteri di assegnazione dei fondi: il 70% dell’importo totale dovrebbe essere distribuito in base alla situazione economica del paese tra il 2015-2019, la restante parte sarà calcolata in base all’impatto che il coronavirus ha avuto sul bilancio dello stato. Le prime erogazioni dovrebbero partire all’inizio del 2021 in concomitanza con l’entrata in vigore del bilancio europeo.

 

 

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[Fonte Wired.it]