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martedì, Ago 13

Come trasformare la Tesla in un dispositivo per la sorveglianza


La quantità di sensori, unità di elaborazione dati e algoritmi software presenti a bordo delle vetture più recenti le rende, da un certo punto di vista, piuttosto simili a un computer o a un dispositivo mobile. Basti pensare alla possibilità di aggiornare i sistemi di infotainment in modalità over-the-air, proprio come avviene con uno smartphone. Allo stesso modo, possono fungere da dispositivi per la sorveglianza.

Da Tesla Model S a Surveillance Detection Scout

È quanto ha fatto il ricercatore Truman Kain, trasformando letteralmente una Tesla Model S in quello che è stato battezzato Surveillance Detection Scout. Come si può osservare nel video in streaming qui sotto, le videocamere presenti a bordo del veicolo possono essere sfruttare per acquisire immagini da destinare a un’analisi che identifica le targhe delle automobili incrociate, generando un database in cui per ognuna viene mostrata la frequenza dei passaggi, attribuendole un livello di rischio: se un mezzo viene riconosciuto spesso è plausibile appartenga a qualcuno residente nella zona, mentre quelli che compaiono per la prima volta sono posti sotto attenzione. Il tutto localizzando ogni vettura sulla mappa.

Le funzionalità del sistema non si fermano qui: sfruttando la tecnologia Sentry Mode in dotazione alle Tesla, inclusa per registrare le immagini di chi si avvicina all’auto, viene creato un archivio che raccoglie anche i volti di coloro che transitano nei pressi del veicolo. Mediante riconoscimento facciale si può così attribuire a ogni individuo delle statistiche relative agli avvistamenti, agli orari e così via.

Il software è interamente gestito da una componente hardware non fornita di serie, il mini-computer NVIDIA Jetson Xavier, in vendita a circa 700 dollari. Sebbene l’autore del progetto affermi di averlo messo in campo solo come iniziativa sperimentale e senza alcuna finalità di tipo commerciale, non è da escludere che un giorno un sistema di questo tipo possa essere fornito come parte integrante dell’infotainment. Solleverebbe in ogni caso legittimi quesiti per quanto concerne la privacy di chi a sua insaputa finisce per essere monitorato non da una tradizionale videocamera di sorveglianza, bensì da un’auto.



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