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mercoledì, Apr 15

Commissariare la Lombardia sarebbe il giusto epilogo di due mesi di malagestione dell’emergenza



Da Wired.it :

Scarso allineamento tra pubblico e privato, esami del tampone fatti solo a chi versava in condizioni critiche e una giunta che ha sbagliato quasi tutto. Perché la regione più ricca è quella messa peggio

In un’intervista a Le Monde, lo scrittore Roberto Saviano ha criticato il modello Lombardia nella gestione dell’emergenza Covid-19. “La regione si è dimostrata la meno preparata ad affrontare la pandemia, con scelte a cui i suoi leader dovranno rispondere prima o poi”, ha dichiarato, facendo adirare il capo politico nazionale della giunta leghista locale, Matteo Salvini. “È senza vergogna“, ha chiosato il leader del Carroccio, dimenticando che lui stesso poche settimane fa sulle pagine di un altro giornale straniero, El Pais, si era lanciato in un forte attacco contro il modello Italia e, dunque, contro la gestione della crisi sanitaria da parte del governo giallorosso. Al di là dell’incoerenza della polemica, quel che Salvini fa finta di non vedere è che il problema italiano è, innanzitutto, un problema lombardo e le difficoltà che il paese sta vivendo, a ormai quasi due mesi dal primo contagio registrato, hanno proprio in Lombardia il proprio epicentro. Prima che il modello è dunque il modello lombardo a non aver funzionato come dovrebbe.

Province come Lodi, Bergamo, Brescia e Milano sono state martoriate dal virus in queste settimane. Le immagini dei carri militari con a bordo i corpi delle persone decedute resteranno a lungo nella memoria collettiva e da nessun’altra parte il dramma sanitario si è fatto sentire come è stato in questi territori. A Milano stanno tuttora morendo 90 residenti al giorno, in alcuni paesi del bergamasco i decessi nel periodo sono cresciuti fino al 2mila per cento rispetto allo scorso anno, mentre più in generale in Lombardia la pandemia sta causando la morte di 11 persone ogni 10 mila abitanti, contro le 6 dell’Emilia Romagna e le 2 del Veneto. Il fatto che questi dati non accennino a diminuire, mentre in altre regioni la curva appaia in discesa, stona con la narrazione della giunta regionale locale, che ha detto di “averle azzeccate tutte”.

E invece diverse analisi uscite in queste settimane dimostrano che si è sbagliato più o meno ovunque si potesse sbagliare. E oggi se ne sta ancora pagando il prezzo, anche perché il tiro continua a non essere corretto. C’è il tema delle case di riposo per anziani, dove si è agito in forte ritardo e commettendo errori imperdonabili, come è per l’assenza di dispositivi di protezione nelle prime settimane o nella scelta di indirizzarvi i contagiati di Covid-19 meno gravi per non oberare le terapie intensive, creando di fatto una strage di innocenti – come mostra il macabro bollettino del Pio Albergo Trivulzio. C’è il problema del sistema sanitario regionale, che ha pagato il prezzo dei tagli degli scorsi anni e della determinatezza con cui si è puntato sempre più sul privato. I posti in terapia intensiva sono risultati oggi sottodimensionati rispetto ad altre regioni e si è peraltro perso molto tempo a coordinare la risposta pubblico-privata all’emergenza.

Questo si è riflesso anche nel numero di tamponi effettuati: con un sistema al collasso, si è riusciti a farli solo ai pazienti più gravi per il semplice fatto che non si riusciva a prendere in carico una platea più ampia. E vista la situazione, a non essere tamponati sono stati per lungo tempo i primi che avrebbero dovuto esserlo, il personale sanitario. Durante tutte le fasi dell’emergenza, in nessun posto come in Lombardia la reale portata del contagio è stata dunque sottostimata. Infine, c’è il tema economico, in quella guerra tra industriali e comitati tecnico-scientifici che di fatto ha visto la vittoria dei primi: mentre si parla di lockdown, in Lombardia l’attività industriale va avanti in certe aree con punte al 70%, accrescendo i vettori di contagio mentre dal Pirellone si continua con la narrazione dei runner – che ormai non attecchisce più, come mostrano le pochissime denunce del ponte di Pasqua.

Se è vero che il governo centrale non è stato in grado di stare dietro in modo efficiente al dramma lombardo, è ancora più vero che la giunta lombarda ha assunto una strategia simil-passiva, di mero osservatore, sputando di fatto su quell’autonomia da anni invocata e che ora, quando realmente doveva essere impugnata come fatto da altre regioni, è stata respinta – per incapacità e deresponsabilizzazione. Si è permesso insomma che la Lombardia seguisse il carro sebbene il dramma abbia assunto in queste settimane tinte diverse a seconda delle diverse aree nazionali. Doveva stare alle giunte regionali plasmare proprie strategie di contenimento ad hoc, in base ai propri scenari locali. E la Lombardia ha fatto poco o niente, e quel poco che ha fatto è riuscita pure a sbagliarlo.

Siamo a metà aprile e mentre in regioni come la Basilicata si parla di contagi zero e in territori fino a poco tempo fa martoriati come il Veneto il peggio sembra essere passato e si inizia a pensare all’alleggerimento del lockdown, in Lombardia si continua a vivere in un silenzio rotto unicamente dal teatrino della conferenza stampa quotidiana dell’assessore Gallera – altro paradosso se si pensa che la regione non rende pubblici i suoi dati sul contagio. Intanto la curva del contagio continua a fare le bizze, la popolazione deve sorbirsi il bipolarismo politico locale che un giorno parla di “giornata bellissima”, quello dopo di “dati che preoccupano”, per poi ridire che “abbiamo disinnescato una bomba”. 

In Lombardia non c’è strategia, manca trasparenza, ma c’è anche l’impertinenza di non voler riconoscere i tragici errori fatti per impararne la lezione. Tutto questo si sta riflettendo però sulla salute della popolazione. La realtà è che contagi e decessi non accennano a diminuire e il paese Italia rischia sempre più di essere ostaggio del malgoverno lombardo. Criticarlo, mentre sui social impazza l’hashtag #commissariatelalombardia, è allora il minimo che si possa fare in una situazione di questo tipo.

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[Fonte Wired.it]