I dazi verso la Cina “avranno un impatto molto forte sulla maggior parte dei produttori americani di tecnologia e l’aumento dei prezzi dei prodotti si riverbererà anche in Europa”. E’ il parere di Andrea Rangone, docente ordinario di Digital Business Innovation alla School of Management del Politecnico di Milano, co-fondatore degli Osservatori Digital Innovation.
Secondo l’esperto, se i dazi al 125% verso la Cina dovessero essere confermati, questi porterebbero ad un incremento importante dei costi per i produttori di hardware. Ciò potrebbe essere trasferito sul mercato in due modi: un aumento significativo dei prezzi di vendita dei prodotti, sia in USA sia in UE, che si riverbererebbe sui consumatori, oppure una riduzione dei margini di profitto se le aziende decidessero di tenere i prezzi sotto controllo. In ogni caso, si configura una perdita di valore importante per le aziende tech americane con l’effetto secondario di aumentare la competitività internazionale di produttori hardware non americani come ad esempio i sudcoreani Samsung o LG.
I dazi potrebbero effettivamente rivelarsi un cigno nero che stravolge l’economia mondiale. Ecco una differenza sostanziale rispetto al Covid. Mentre la pandemia è stata un fenomeno totalmente esogeno, non controllabile, i dazi sono frutto di una decisione politica di Trump e della sua squadra, legati a una decisione umana e in quanto tale reversibile. È possibile attendersi importanti cambiamenti e marce indietro nei prossimi mesi.
FP