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venerdì, Giu 26

con la Corea per parlare di innovazione

Da Punto-Informatico.it :

Il Ministero dell’Innovazione ha rilasciato un breve comunicato per segnalare l’incontro avvenuto tra il ministro Pisano e l’ambasciatore coreano in Italia, Hee-seog Kwon. Una comunicazione molto formale e concisa, nella quale si sottolinea il clima cordiale e amichevole dell’incontro, ma un aspetto emerge fin dalle prime righe: al centro dello scambio v’è stato il ruolo della tecnologia nella strategia coreana anti-Covid, in modo particolare per tutto quanto concernente il contact tracing.

Corea e incontro in tema innovazione

Cosa possiamo imparare dalla Corea? In epoca di Covid, probabilmente, qualcosa da imparare c’è. Il paese orientale, infatti, è stato tra i primi a dover affrontare l’epidemia, ma al tempo stesso ha dimostrato di saperla gestire con efficienza, in modo peculiare e senza tirarsi indietro di fronte alla sfida tecnologica. Sia chiaro: il modello coreano non è sovrapponibile a quello italiano né potrebbe essere adottato in occidente così come invece è stato applicato in oriente. Tuttavia l’originalità dell’approccio è un utile spunto per uno scambio di opinioni sul tema.

In un clima cordiale e amichevole, l’incontro ha offerto l’opportunità di un utile scambio di opinioni su questioni relative allo sviluppo tecnologico nei rispettivi Paesi, sulle applicazioni di notifica delle esposizioni al Covid-19 volte a contrastare la diffusione del virus e sui processi di digitalizzazione del settore pubblico. Tra i temi affrontati, le infrastrutture digitali, l’intelligenza artificiale, le Smart city e la sicurezza agroalimentare attraverso le tecnologie per il controllo delle filiere.

Incontro tra Paola Pisano e l'ambasciatore coreano in   Hee-seog Kwon

L’Italia ha messo in campo l’app Immuni anche sulla scia degli echi che giungevano dalla Corea, dove in tempo di emergenza sanitaria il Paese non ha esitato a mettere in campo una tecnologia di tracciamento per limitare i contagi. Il modello coreano è tuttavia molto più invasivo (su questo aspetto l’approccio italiano ed europeo sono ben più garanti), ma al tempo stesso non sfuggirà come la Corea abbia investito molto sui tamponi e proprio su questo punto l’Italia potrebbe fare di più per garantire anche a Immuni (oltre che, prioritariamente, alla salute pubblica) maggior fiducia da parte dei cittadini.

Non sappiamo quali conseguenze potranno scaturirne nelle prospettive del Ministro, ma l’incontro con l’Ambasciatore Kwon è servito per sottolineare il focus governativo sulla tecnologia come leva evolutiva e strumento risolutivo. La Corea è un modello: non un esempio, perché non è quella la direzione in cui l’Italia intende andare, ma qualcosa da imparare di fatto c’è. Per l’Italia è stato quello l’incipit di un ragionamento durato quasi due mesi, dopo i quali si è scelto un sistema decentralizzato, senza geolocalizzazione e senza alcun braccialetto di tracciamento: le differenze tra il contact tracing italiano e quello coreano sono dunque sostanziali e, mentre quello coreano è già stato solidamente sperimentato in fase di emergenza, quello italiano è arrivato a picchi ormai superati e scaricato in quantità ancor troppo basse per arrivare così rapidamente a giudizi definitivi.



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