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Con questa finanziaria l’Istituto italiano di tecnologia rischia di perdere fino a 200 ricercatori, non ce lo possiamo permettere

by | Nov 7, 2025 | Tecnologia


L’Istituto italiano di tecnologia di Genova (Iit), fiore all’occhiello della ricerca italiana, potrebbe perdere fino a 200 ricercatori se i tagli previsti nella legge di bilancio 2026 venissero confermati. La nuova finanziaria del Governo Meloni ridurrebbe infatti il contributo pubblico annuale da circa 95 a 85 milioni di euro nel triennio 2025-2027, una diminuzione del 10% che metterebbe a rischio il 15% del personale scientifico. Giorgio Metta, direttore scientifico dell’istituto, ha lanciato l’allarme durante un’audizione in commissione bilancio al Senato lunedì 3 novembre 2025, chiedendo il ripristino dei finanziamenti originari di 100 milioni. La mobilitazione politica trasversale delle ultime settimane fa sperare che il Parlamento possa modificare la manovra con emendamenti, anche se il tempo stringe.

L’Istituto italiano di tecnologia (Iit) e la storia dei finanziamenti

Il problema messo in evidenza da Metta si inserisce in una dinamica più ampia che precede l’attuale governo. Il sottofinanziamento della ricerca pubblica in Italia è infatti un fenomeno strutturale e ricorrente, che riguarda da anni l’intero settore, indipendentemente dalle maggioranze politiche. Nell’ultimo biennio, però, le leggi di bilancio del governo Meloni hanno inciso in modo significativo sulle le fondazioni di ricerca create negli ultimi anni. I recenti tagli, infatti, non hanno colpito soltanto l’Istituto italiano di tecnologia, ma anche realtà come Human Technopole, il Biotecnopolo di Siena, AI4Industry e Chips.IT, che si sono viste ridurre o rimodulare i contributi pubblici programmati.

Per l’Iit, la legge istitutiva del 2003 prevedeva un finanziamento pubblico stabile di 100 milioni di euro l’anno, poi gradualmente sceso fino a 91 milioni nel periodo 2018-2022. Nel 2023, la prima manovra del governo Meloni aveva ripristinato il contributo ai livelli originari. Ma la legge di bilancio approvata alla fine del 2023 (per il 2024) ha però nuovamente modificato l’impostazione, introducendo un taglio del 10% per il triennio 2025-2027 e riducendo il finanziamento a circa 85 milioni l’anno. Il taglio è scattato nel 2025, ma l’impatto si è sentito meno perché l’Iit ha potuto utilizzare ancora risorse del Pnrr. Ora, la nuova legge di bilancio per il 2026 ha confermato questa riduzione, senza misure compensative, e l’impatto avrà ripercussioni serie su ricerca e personale.

Tuttavia, il margine per un ripensamento non è ancora completamente chiuso. Nel 2024 la comunicazione dei tagli era arrivata in una fase avanzata dell’iter parlamentare, quando le audizioni si erano già concluse e non c’era più spazio per introdurre modifiche. Quest’anno, invece, l’Iit è stato ascoltato in tempo utile, prima che la legge di bilancio venisse definita in modo definitivo. Questo ha consentito di attivare una mobilitazione politica trasversale, che punta a intervenire tramite emendamenti durante l’esame parlamentare della manovra. Va inoltre ricordato che la riduzione dello scorso anno era stata in parte attenuata dall’utilizzo di risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr); a partire dal 2026, però, tali fondi non saranno più disponibili. In assenza di un correttivo, la contrazione dei finanziamenti si tradurrebbe quindi in un impatto diretto sul personale.

L’audizione al Senato e i rischi per il personale

È proprio per chiarire quali sarebbero le ricadute operative dei tagli che Metta è intervenuto in audizione alla commissione Bilancio del Senato il 3 novembre. Il direttore scientifico ha spiegato che la riduzione dei fondi si tradurrebbe in un ridimensionamento graduale del personale, stimato intorno al 15% dell’organico: non attraverso licenziamenti, ma limitando le nuove assunzioni e i rinnovi dei contratti a tempo determinato. In pratica, l’Iit bandirebbe meno borse di dottorato e contratti postdoc rispetto agli anni precedenti, riducendo progressivamente l’ingresso di nuovi ricercatori, con il rischio di indebolire la capacità dell’istituto di attrarre talenti internazionali. Secondo Metta, questo avrebbe conseguenze dirette anche sui progetti di ricerca: alcune linee verrebbero rallentate o accorpate, altre chiuse del tutto, rendendo più difficile mantenere continuità nei programmi pluriennali e nelle collaborazioni internazionali già avviate.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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