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mercoledì, Lug 10

conclusa l’acquisizione da 34 miliardi di dollari


Chiusa a titolo conclusivo l’acquisizione di Red Hat da parte di IBM. Non che ci fossero dubbi sull’esito dell’operazione, già resa nota nell’ottobre scorso con un annuncio che ha fatto luce anche sull’entità dell’investimento economico messo sul piatto: 34 miliardi di dollari. Una cifra monstre, con la quale il gruppo di Armonk punta deciso nella direzione del cloud ibrido.

IBM: l’acquisizione di Red Hat è completata

Una manovra complessa, passata prima dall’approvazione del Dipartimento di Giustizia statunitense nel mese di maggio, poi dal nullaosta delle autorità antitrust europee in giugno e ora dal definitivo via libera. L’amministratore delegato di Red Hat, Jim Whitehurst, rimarrà alla guida dell’azienda, entrando però a far parte del management di IBM e facendo riferimento direttamente alla CEO Ginni Rometty.

L’acquisizione ridefinisce il mercato cloud per il business. Le tecnologie aperte di Red Hat per il cloud ibrido sono ora affiancate all’esperienza e dall’innovazione di IBM, così come dalla sua leadership nelle vendite in oltre 175 paesi, per raggiungere un grado di profondità e scalabilità senza paragoni.

Red Hat è stata fondata nella prima metà degli anni ’90 e vanta una storia legata a doppio filo al mondo Linux e al software libero. Oggi è attiva in ambito business con il sistema operativo Red Hat Enterprise Linux, occupandosi inoltre delle piattaforme OpenShift e OpenStack. In passato è stata tra i promotori dell’iniziativa One Laptop Per Child. La stretta di mano con IBM verte sull’impiego di tecnologie open source come Linux e Kubernetes in ambito cloud.

Insieme, IBM e Red Hat accelereranno l’innovazione offrendo una piattaforma ibrida multicloud di nuova generazione. Basandosi su tecnologie aperte come Linux e Kubernetes, la piattaforma consentirà ai professionisti di sviluppare, eseguire e gestire dati e applicazioni on-premise in privato o su multipli cloud pubblici.

IBM ha completato l'acquisizione di Red Hat

La prospettiva è dunque quella di poter dar vita un’offerta enterprise più evoluta rispetto alle attuali soluzioni del mercato, fondata su un approccio open in grado di favorire l’interoperabilità tra diverse piattaforme. Big Blue ha inoltre più volte manifestato l’intenzione di continuare a fornire supporto alla community di sviluppatori da sempre legata a Red Hat.

Il valore economico dell’acquisizione, come scritto in apertura confermato in 34 miliardi di dollari, la posiziona al terzo posto tra quelle più costose di sempre nell’ambito delle realtà hi-tech americane, dietro solo all’acquisto di EMC da parte di Dell (2016, 67 miliardi di dollari) e a quello di SDL da parte di JDSU (2000 , 41 miliardi).



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