Non c’è due senza tre. Un proverbio sempre eterno e che senza dubbio vale anche per il Consiglio europeo. Infatti, nella cabina di regia delle istituzioni che incidono profondamente sulle future scelte europee, dopo Parlamento e Commissione, troviamo anche il luogo dove vengono individuate le priorità e gli indirizzi politici. Al suo interno dialogano, si confrontano (e delle volte litigano), i vari leader dei 27 Paesi europei. Ognuno gioca la sua partita, questa volta, con un interesse nazionale ben preciso e più esposto. Inoltre, se per Parlamento e Commissione sarebbe impossibile fare confusione, il Consiglio europeo se venisse declinato nella maniera errata, potrebbe indicare qulcos’ altro.
Il Consiglio europeo
Il Consiglio europeo, come detto in apertura, è formato dai capi di stato e di governo, più un presidente (normalmente un ex primo ministro) e il/la presidente della Commissione. In origine, quest’organo nasce nel 1974, come un momento per riunire in maniera informale i vari leader europei e si formalizza poi nel 1992. Tra i suoi compiti il Consiglio “definisce le priorità e gli orientamenti politici generali dell’Ue, tradizionalmente adottando conclusioni. Non negozia né adotta atti legislativi dell’Ue”, compito che spetta come poi vedremo al Consiglio dell’Unione europea.
Tra i compiti di nomina che spettano al Consiglio europeo, oltre al proprio presidente che resta in carica per un mandato di due anni e mezzo rinnovabili, indica formalmente su suggerimento del Parlamento il/la Presidente della Commissione europea e i commissari, elegge l’Alto rappresentante dell’Unione europea e i sei i membri del comitato esecutivo della Banca centrale europea (Bce).
Il Consiglio dell’Unione europea
Attenzione alle parole. Perché quando si parla di Consiglio in Europa, è facile confondersi. Come dicevamo, oltre al Consiglio europeo c’è quello dell’Unione europea. Di cosa si tratta? Il Consiglio dell’Unione europea è stato istituito nel 1958 ed è formato dai ministri di ciascuna area di interesse (economia, agricoltura, digitale), che decidono sulle leggi proposte dalla Commissione e in parallelo con il Parlamento. Anche il Consiglio dell’Ue ha una sua presidenza, che ha durata invece semestrale. La presidenza ha il compito di guidare i lavori e fare in modo che i diversi progetti legislativi procedano spediti nel loro percorso verso l’approvazione. Durante i triloghi, quando Commissione, Parlamento e Consiglio si riuniscono, la Presidenza rappresenta anche gli altri Stati durante la negoziazione finale.
A svolgere il lavoro quotidiano è il Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper), formato da funzionari dei governi che lavorano a Bruxelles. Rispetto a Commissione e Parlamento gli ambiti di azione sono di meno e comprendono un portafoglio più vasto: delle dieci formazioni esistenti, il digitale rientra tra gli argomenti di quella che si occupa di trasporti, telecomunicazioni ed energia. Anche in questo caso, come detto per il Parlamento, la conoscenza delle lingue (e al minimo dell’inglese) per un ministro è fondamentale per interagire in modo significativo con i colleghi degli altri Stati.
Il Consiglio d’Europa
C’è poi il Consiglio d’Europa (inteso come continente), che però non è un organo dell’Unione europea, in quanto è formato da 46 stati membri e 700 milioni di persone e ha lo scopo di “promuovere la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto in Europa e non solo”. Una delle sue emanazioni è per esempio la Corte europea dei diritti dell’uomo, con sede a Strasburgo. Oltre ai membri dell’Ue ne fanno parte, ad esempio, Turchia, Svizzera, Ucraina, Regno Unito, ma anche San Marino.
Si parla sempre di più di Mario Draghi
Politicamente parlando, visto che se ne parla da un po’, potrebbe essere più facile vedere Mario Draghi alla presidenza del Consiglio europeo che non alla guida della Commissione. Questo perché, normalmente, il presidente della Commissione è espressione comunque di un partito. Come detto dal ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, visto che Draghi non appartiene a nessun partito, non può essere un candidato per quel posto. Potrebbe, dunque, essere scelto come presidente del Consiglio europeo, considerato anche il suo curriculum. Ma è vero anche l’esatto opposto, cioè che i capi di Stato e Governo potrebbero non volere una personalità troppo forte che li possa oscurare.