Il consumo di cannabis continua ad aumentare tra gli anziani che vivono negli Stati Uniti. A riferirlo è stato un team di ricercatori del Center for Drug Use and HIV/HCV Research (CDUHR) della NYU School of Global Public Health, secondo cui il 7% degli adulti over 65 ne avrebbe fatto uso nell’ultimo mese. Il loro nuovo studio, pubblicato sulla rivista Jama Internal Medicine, suggerisce anche che il profilo di chi consuma la sostanza è cambiato. Si tratta, infatti, di persone che hanno ricevuto un’istruzione universitaria, sono sposati e con redditi più elevati.
Il consumo di cannabis
La maggior parte degli americani vive in uno Stato in cui questa sostanza è stata legalizzata per uso medico, ricreativo oppure per entrambi. Per comprendere meglio la prevalenza del consumo di cannabis tra gli anziani statunitensi, i ricercatori hanno passato in rassegna i dati del National Survey on Drug Use and Health dal 2021 al 2023. In particolare, si sono concentrati sui consumatori di età pari o superiore a 65 anni, che hanno consumato cannabis nell’ultimo mese, definito poi dagli esperti come consumo attuale. “Questa è la prima volta che siamo stati in grado di esaminare il consumo ‘attuale’ di cannabis in questa fascia d’età”, ha commentato il co-autore Benjamin Han. “Prima, potevamo solo esaminare il consumo dell’anno precedente perché i numeri relativi al consumo attuale erano troppo esigui”. Dalle analisi successive il team ha scoperto che il consumo attuale di cannabis tra gli anziani è cresciuto fino al 7% nel 2023, rispetto al 4,8% del 2021 e al 5,2% del 2022, con un aumento di circa il 46% in soli 2 anni. “Se guardiamo ancora più indietro, al 2006 e al 2007, meno dell’1% degli anziani ha fatto uso di cannabis nell’ultimo anno. Ora, notiamo che il 7% l’ha fatto solo nell’ultimo mese”, ha aggiunto l’esperto.
L’identikit del consumatore
Dallo studio, inoltre, è emerso che con il passare degli anni è cambiato anche il profilo di chi consuma cannabis. In particolare, gli anziani che hanno mostrato un aumento più significativo sono stati quelli sposati, laureati e con un reddito più elevato. Così come le donne e chi soffre di malattie croniche. Il consumo, sottolineano i ricercatori, è cresciuto di più tra coloro che vivono in Stati in cui la cannabis terapeutica è legale. “Non dovrebbe sorprendere che il consumo stia diventando sempre più comune tra le persone che vivono in Stati che permettono la cannabis terapeutica, il che potrebbe essere dovuto alla maggiore disponibilità o all’accettabilità sociale”, ha affermato Joseph Palamar, tra gli autori dello studio. “È interessante notare che, per quanto riguarda il reddito, le persone con i redditi più alti hanno registrato la più bassa prevalenza di consumo di cannabis nel 2021, ma nel 2023 questo gruppo ha rappresentato la maggioranza, il che potrebbe indicare chi ha accesso alla cannabis terapeutica, visti i suoi costi“.
Più informazione, meno rischi
In conclusione, gli autori mettono in guardia questa categoria di persone sul consumo della sostanza. Raccomandano, infatti, di informarsi dal proprio medico, soprattutto perché i cambiamenti fisiologici che si verificano durante l’invecchiamento possono rendere le persone più sensibili alle sostanze psicoattive. “Come geriatra, vedo sempre più persone interessate all’uso della cannabis per il trattamento di sintomi cronici”, ha concluso Han. “Ma la cannabis può complicare la gestione delle malattie croniche ed essere potenzialmente dannosa se i pazienti non sono informati sul suo utilizzo e sui potenziali rischi”.