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giovedì, Feb 25

Conversione alla carne sintetica, sogno di un filantropo miliardario o futuro inevitabile?



Da Wired.it :

Il consumo di carne non è più sostenibile per il pianeta (oltre a essere nocivo per la nostra salute) e così Bill Gates chiede ai paesi ricchi di guardare all’alternativa prodotta in laboratorio, che costa tanto e le cui scorte, al momento, sono minime

Dopo essere stato protagonista involontario per tutto il 2020 dei gruppi complottisti QAnon-friendly, tra microchip sottopelle e business dei vaccini, oggi il magnate Bill Gates è tornato una figura di primo piano anche nel dibattito pubblico ordinario. Questo per l’uscita del suo nuovo libro, How to Avoid a Climate Disaster, che gli sta garantendo una sovraesposizione mediatica, con ospitate in tv e interviste dove lanciare il suo messaggio sull’urgenza della tutela del pianeta. Il fondatore di Microsoft sottolinea che “il clima è come una vasca da bagno che si sta lentamente riempiendo d’acqua. Anche se rallentiamo il flusso d’acqua fino a farlo diventare uno sgocciolio, la vasca finirà per riempirsi e l’acqua si riverserà sul pavimento”. Perché ciò non avvenga, occorre fare in fretta e Gates snocciola tutta una serie di comportamenti che istituzioni politiche, imprese e comuni cittadini dovrebbero adottare per invertire il disastro ecologico.

 

Bill Gates
Bill Gates

Uno dei suoi cavalli di battaglia è la transizione dal consumo di carne “normale” a quello di carne sintetica, creata in laboratorio. “I paesi ricchi dovrebbero mangiare carne sintetica al 100 per cento”, la sua chiosa senza appello. Come sottolinea la fondazione Heinrich Böll, l’industria di carne e latte è responsabile del 14% delle emissioni di CO2 a livello globale e se questo poteva andare bene fino a qualche tempo fa, oggi che la crisi climatica non è solo un pericolo imminente ma una realtà già avverata non stupisce che il settore sia finito sul banco degli imputati. Il problema è che dietro all’hamburger che sta nel nostro piatto c’è una catena di produzione ecologicamente molto costosa, caratterizzata ad esempio dal tema del land grabbing e della deforestazione massiva per piantare la soia con cui nutrire gli animali, con oltre la metà delle piante coltivate a livello mondiale utilizzate come foraggio, o dai successivi dispendiosi processi di trasformazione e trasporto.

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(foto: Vyacheslav Prokofyev/Getty Images)

Come sottolinea Bill Gates, le emissioni di gas metano derivanti dall’industria alimentare sono arrivate a eguagliare i livelli inquinanti dell’industria dei combustibili fossili. Ma la popolazione globale, soprattutto quella dei paesi più industrializzati, continua a consumare carne e sempre in misura maggiore. Oggi un americano mangia in media 114 kg di carne all’anno, contro i 7 kg di un etiope, ma questi numeri sono destinati a salire anche nei paesi in via di sviluppo, tanto che la Fao stima che se non si interverrà nei prossimi 30 anni raddoppieranno le tonnellate di carne consumata a livello globale.

Per Bill Gates, intervenire significa convertirsi alla carne sintetica. Uno shock ideologico e gustativo, che però a suo modo di vedere può essere superato in breve tempo visto che la cosiddetta carne finta è ormai sempre più un fac simile di quella vera, almeno in termini di gusto e impatto visivo. Si tratta di un tema completamente nuovo, con cui l’umanità deve prendere confidenza e con molte domande che ancora non hanno risposta. Mentre esplodono le startup di settore, l’unica certezza per ora è che quello della conversione massiva alla carne sintetica è solo un miraggio: la produzione è minima e, soprattutto, i prezzi di produzione e dunque di vendita la spediscono di diritto nella sezione dei beni di lusso.

La battaglia di Bill Gates è insomma più ideologica che concreta, perché se da domattina la popolazione in massa decidesse di seguirlo, semplicemente non avrebbe modo di farlo per mancanza di scorte. Questo è proprio il punto che più viene contestato al magnate: avendo investito miliardi nelle società che si stanno affermando nel settore, la sua è una crociata di parte con cui è camuffata la solita logica del profitto. È un nuovo esempio di greenwashing, il cosiddetto ecologismo di facciata? Potrebbe, ma ciò non ridimensiona la potenza del messaggio.

La realtà dei fatti è che il consumo di carne nei numeri attuali non è sostenibile. Il suo costo ambientale è esagerato in tutta la catena di produzione e un cambiamento nelle abitudini alimentari della popolazione, soprattutto quella dei paesi industrializzati, è un imperativo. Se questo passerà per la carne sintetica, non è dato sapersi. Si tratta di un comparto nuovo, che si sta prendendo il suo spazio ma che potrebbe rivelarsi la solita bolla a tempo determinato, una sorta di bitcoin alimentare. Molti quesiti lo accompagnano: la sostenibilità dell’estrazione cellulare dagli animali, l’impatto ambientale che un’industria intensiva di carne sintetica continuerebbe ad avere, la possibilità che il prezzo al consumatore possa un giorno essere sostenibile e dunque popolare.

Per ora siamo ancora nel campo delle ipotesi, quello dove a farla da padrone è il marketing pubblicitario e la promozione dei ricchi investitori à la Bill Gates. La speranza, per il pianeta, è che la carne sintetica possa effettivamente rivelarsi quella rivoluzione con cui si sta presentando, capace una volta per tutte di modificare le nostre abitudine alimentari e farlo in modo sostenibile. Se ciò non fosse, andrà però trovata un’altra soluzione.

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[Fonte Wired.it]