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giovedì, Nov 04

Cop26, l’Italia vuole guidare un fondo da 10 miliardi per l’energia verde



Da Wired.it :

Glasgow – Un fondo da dieci miliardi con l’ambizione di crescere fino a cento, di cui l’Italia sarà co-investitore. Lo ha annunciato ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani alla Cop26 di Glasgow. “L’idea della Global Energy Alliance (così si chiama, ndr) è nata tra il G20 di Napoli e la Precop milanese” ha affermato il titolare del dicastero italiano: “Si tratta di un progetto dalle grandi ambizioni”. 

Fondazioni filantropiche e privati

La regia sarà degli Stati, “che parteciperanno con una fiche da dieci milioni ciascuno”, ha detto Cingolani ma i capitali arriveranno da attori del settore privato. Il fundaraising si sta aprendo in questi giorni. Sulle potenzialità operative le cifre sciorinate da Cingolani sono alte: “L’obiettivo è raggiungere 1 miliardo di persone con sorgenti di energia rinnovabile affidabile, risparmiare  alla riduzione di 4 miliardi di tonnellate di CO2 e creare 150 milioni di posti di lavoro”. Numeri sostanziosi, forse esagerati, ma l’obiettivo è nobile e la strategia si inserisce nel solco di quella partecipazione del settore privato evocata dal primo ministro inglese, Boris Johnson, e da quello italiano, Mario Draghi, nella giornata di lunedì 1 novembre in apertura del World Leaders Forum a Cop26. 

La regìa del presidente del Consiglio, con il suo curriculum, sarà fondamentale. Tra gli attori sul palco, oltre a Fondazione Rockefeller, Fondazione Ikea e all’Earth Fund del fondatore di Amazon Jeff Bezos ci sono la Banca Mondiale, la European Investment Bank, l’Asian Development Bank.

In Etiopia 70 milioni di persone non hanno elettricità

Il problema è come accelerare la transizione senza aumentare le disuguaglianze – ha continuato Cingolani -. Ci sono paesi a medio sviluppo in cui il passaggio alle rinnovabili può avvenire inserendo l’intelligenza artificiale nelle reti con le cosiddette smart grid, che possono assorbire le variabili meteo in grado di condizionare la produzione di elettricità”. Ma, ha sottolineato poi, “nel mondo ci sono anche stati in cui la rete elettrica non esiste del tutto”. Come l’Etiopia, con 70 milioni di persone senza corrente e, per questo, solo il 10% di suolo irrigato. O l’India, dove il 40% delle attività commerciali rurali si affida a generatori a gasolio, con un consumo da un miliardo di litri l’anno. 

Il metodo? “Per quanto mi riguarda, adotterei quello delle call for ideas, una raccolta di stimoli che poi verranno selezionati”, ha detto il ministro. L’Italia si è impegnata nei giorni scorsi a triplicare gli investimenti per sostenere la transizione ecologica nei paesi in via di sviluppo, i famosi cento miliardi all’anno promessi nel 2009 a Copenaghen, alla vigilia della giornata di Cop26 dedicata alla finanza climatica: fino a pochi mesi fa Roma era agli ultimi posti nel G8. L’obiettivo non è stato centrato. E, lamentano gli attivisti, finora si è trattato in massima parte di prestiti, che vanno a peggiorare il debito e creano legami difficili da sciogliere. 

Youth4Climate diventa appuntamento annuale

Ma il cuore del fisico prestato alla politica batte altrove. Era nell’aria da qualche giorno, e l’annuncio è arrivato: Youth4Climate, appuntamento che ha riunito quattrocento giovani a Milano alla fine di settembre, diventerà una kermesse annuale



[Fonte Wired.it]