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domenica, Nov 15

Copernicus: 495 milioni all’aerospaziale italiana

Da Punto-Informatico.it :

CHIME, CIMR e LSTM: sono questi i nomi delle tre “sentinelle” del progetto Copernicus che l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha annunciato nelle ore scorse e nel cui sviluppo sarà fortemente coinvolta l’industria aerospaziale italiana. In particolare l’annuncio dell’ESA vede la Thales Alenia Space Italia protagonista del secondo contratto (CIMR), dal controvalore di 495 milioni di Euro.

Copernicus

Ciascuna missione è pensata per aiutare ad affrontare diverse sfide ambientali di rilievo come la gestione sostenibile dell’agricoltura, la sicurezza alimentare, il monitoraggio del ghiaccio polare che supporta la Politica Integrata per l’Artico dell’Unione Europea, e tutte saranno utilizzate per comprendere il cambiamento climatico.

Così l’ESA spiega il progetto al quale lavorerà il team italiano: “Con a bordo un innovativo radiometro multi-frequenza a microonde per la ‘scansione conica’, la missione misurerà la temperatura e la salinità della superficie del mare e la concentrazione del ghiaccio marino. Osserverà inoltre una vasta gamma di altri parametri del ghiaccio marino quali lo spessore e la sua deriva. CIMR è in fase di sviluppo in risposta alle richieste di alta priorità delle comunità chiave di utenti dell’Artico e supporterà la Politica Integrata per l’Artico dell’UE“.

Importante è anche lo spirito che sta dietro questo tipo di investimenti, che in tempo di Covid-19 potrebbero essere visti superficialmente come inopportuni. La realtà va esattamente in un’altra direzione, così come spiegato dal Direttore dei Programmi di Osservazione della Terra, Josef Aschbacher: “Siamo entusiasti di firmare questi contratti con l’Industria quest’oggi. Non solo perché, una volta costruita, ciascuna missione affronterà una reale sfida ambientale ed estenderà il programma ammiraglio dell’Europa, Copernicus, ma anche perché dobbiamo aiutare a mantenere i nostri partner industriali in buona forma durante la pandemia, che ha portato indicibili danni all’economia e alla sicurezza dei posti di lavoro“.





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