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mercoledì, Lug 05

Corea del Nord, andare su internet è un incubo | Wired Italia



Da Wired.it :

La rete interna – conosciuta come Kwangmyong – permette di accedere solo a una manciata di siti web. “I cittadini possono accedere [all’intranet] dai loro telefoni o dai computer – riferisce Williams –. Sembra che molti settori importanti del governo abbiano i loro siti con informazioni ufficiali”. Stando ad alcune ricostruzioni, recentemente sull’intranet nordcoreana è stata introdotta la possibilità di fare alcuni acquisti online.

I disertori hanno raccontato a Pscore che di solito il costo dell’accesso all’intranet è troppo alto per la maggior parte delle persone, e che quindi molti accessi avvengono da edifici ufficiali, come università e biblioteche, dove i livelli di sorveglianza sono elevati. Le persone disposte a rischiare possono cercare di aggirare il sistema: “Ho giocato di nascosto a Dota con persone in un’altra regione due volte attraverso l’intranet – ha ammesso un disertore indicato con lo pseudonimo Jung Woo-Jin –. Ho giocato solo tre volte. Se giochi di più, riveli il tuo ip […] e la tua posizione viene registrata“. La maggior parte delle persone incluse nello studio dichiara che usare l’intranet nordcoreana non è pratico.

Verso un’internet più libera

Per aumentare la libertà di internet, Pscore indica una ventina di raccomandazioni, rivolte sia alla Corea del Nord che agli altri paesi. Il rapporto dell’organizzazione pone l’accento sulla necessità di una maggiore connettività all’interno della Corea del Nord, invitando il paese a smettere di monitorare i suoi cittadini e a collegare la rete intranet all’internet globale. Nel caso in cui non fosse possibile fornire una connessione internet in piena regole, il modello di rete censurata adottato per esempio dalla Cina rappresenterebbe comunque un’opzione migliore.

Il rapporto aggiunge che i paesi dovrebbero adoperarsi per creare un quadro giuridico internazionale e sancire che l’accesso a internet è un diritto umano garantito dalla legge. Nam, segretario generale del Pscore, sottolinea che un maggiore accesso alla rete potrebbe favorire l’assistenza sanitaria e l’istruzione e migliorare la situazione legata ai diritti umani, come la libertà di espressione, di associazione e di riunione pacifica.

A livello globale, internet viene utilizzato regolarmente da 5,3 miliardi di persone, una quota pari a circa il 66 per cento della popolazione del pianeta.

Da anni gli organismi ufficiali sostengono che l’accesso a internet è un diritto umano, mentre le Nazioni Unite affermano che la piena connettività dovrebbe essere raggiunta entro il 2030. “Il vero problema è come tradurre questi impegni in realtà”, commenta Barbora Bukovská dell’organizzazione per i diritti umani Article 19. Secondo Bukovská, vista la precarietà dei diritti umani in Corea del Nord, imporre il diritto all’accesso a internet a livello globale probabilmente non cambierebbe di molto le cose: prima servirebbero importanti cambiamenti all’interno dei confini del paese.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired UK.



[Fonte Wired.it]