Da Wired :
Si chiama ”Notte delle bacchette”. Il 20 febbraio, i locali che aderiscono all’iniziativa si impegnano a versare il 50% del prezzo di un piatto speciale alle comunità colpite dalla psicosi (ingiustificata)
Le fotografie di via Paolo Sarpi, cuore della Chinatown milanese, completamente deserta hanno fatto il giro dei social. La paura del coronavirus, appena nominato ufficialmente dall’Oms Covid-19, tiene lontani i clienti dai ristoranti cinesi, che registrano un calo del 50-60%, come riporta Il Giorno. Uno di loro, Wheat, ha deciso addirittura di chiudere per qualche tempo, perché non riesce a reggere la botta, spiega Repubblica. Per arginare la psicosi, ingiustificata, Milano lancia per giovedì 20 febbraio La notte delle bacchette: una serata di solidarietà a sostegno della comunità cinese, che passa proprio dal cibo.
Nei ristoranti cinesi che aderiscono all’iniziativa (si possono trovare sulla pagina Facebook), per una sera viene proposto un piatto solidale e gli stessi proprietari si impegnano “a versare il 50% del ricavato a una comunità colpita dagli effetti del coronavirus, che siano la malattia, la povertà o la discriminazione”, si legge sui social. Un modo per far sentire i cinesi di Milano meno soli e per combattere un boicottaggio infondato, che nasce da paura e mancanza di conoscenza.
Non è la prima iniziativa di questo genere nella città lombarda. Da quando è scoppiata l’epidemia del coronavirus, sono stati organizzati pranzi dimostrativi con cariche del comune e il sindaco Beppe Sala ha proposto l’appuntamento con la tradizionale colazione con i cittadini proprio in zona Sarpi, sabato 8 febbraio.
Anche sui social il supporto si fa sentire a colpi di hashtag: da #iovadoalcinese lanciato dal blog A Milano Puoi alla sfida #bacchettechallenge (che consiste nello spostare da una ciotola all’altra nove oggetti scandendo la frase Forza Cina).
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