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lunedì, Ago 24

Coronavirus, al via la sperimentazione del vaccino italiano



Da Wired.it :

Partono i test: novanta i volontari monitorati per i prossimi otto mesi. ReiThera e lo Spallanzani auspicano di avere le prime dosi entro marzo 2021

(foto: Chandan Khanna/Afp/Getty Images)

È stata avviata all’ospedale Spallanzani di Roma la prima fase di sperimentazione del primo vaccino italiano contro il coronavirus. A partire dal 24 agosto verrà somministrato a 90 volontari, scelti tra quasi 5mila potenziali candidati, che per gli otto mesi successivi verranno attentamente monitorati e sottoposti a sette visite di controllo per rilevare la sicurezza ed eventuali effetti collaterali, ma non ancora l’efficacia, che sarà confermata in fasi successive. In caso di esito positivo di tutta la procedura, le prime immunizzazioni potranno essere disponibili già in primavera.

A dirlo è il direttore sanitario del nosocomio romano, Francesco Vaia, che si è mostrato molto ottimista in merito: “Se tutto andrà per il meglio, termineremo questa sperimentazione entro l’anno. Se saremo bravi e veloci ora, potremmo avere il vaccino in base commerciale entro marzo del prossimo anno. La previsione è questa”. Alle parole di Vaia si sono unite anche quelle della ReiThera che ha rassicurato sulla capacità produttiva dell’azienda (milioni di dosi) e sulla priorità che verrà data all’Italia nel caso in cui il vaccino sia davvero efficace.

Come funziona la sperimentazione

I volontari che hanno superato le selezioni si dividono in due gruppi equivalenti da 45 persone, tutte in perfetta salute: nel primo ci sono quelli di età compresa tra i 18 e i 55 anni, nel secondo invece gli over 65. La prima a cui è stato inoculato il vaccino è una donna di 50 anni – di cui non si conoscono le generalità perché ha preferito rimanere anonima – che ha spiegato di essersi resa disponibile per la sperimentazione a causa del suo lavoro, che la porta spesso all’estero.

Si avvia, in questo modo, la cosiddetta fase uno in cui verrà verificata la sicurezza della tecnica del vettore virale, più comunemente chiamata cavallo di Troia. Il vaccino si basa, in buona sostanza, sull’adenovirus di un gorilla, isolato negli anni scorsi e che negli animali provoca raffreddore, a cui è stata aggiunta una sequenza artificiale che corrisponde alla proteina spike del Sars-Cov-2. È stato scelto quello del gorilla perché il nostro sistema immunitario è simile al suo.

Introdotto nel nostro organismo, dovrebbe produrre una risposta immunitaria che verrà memorizzata successivamente dal nostro sistema di difese. Se funziona, quindi, in caso di contagio il corpo sarà protetto dall’aggressione esterna del virus. È un sistema molto vicino a quello impiegato anche dall’Università di Oxford che è considerato uno dei più avanzati al mondo e per cui sono state già avviate le sperimentazioni a cui partecipa anche l’italiana Irbm di Pomezia.

Lo studio del vaccino è costato finora quasi 5 milioni di euro alla ReiThera che ha utilizzato fondi interni. Da questo momento tutta la fase di sperimentazione – che si svolgerà tra Roma e il Policlino Rossi di Verona – riceverà il sostegno economico della Regione Lazio e dei ministeri di Salute e Università.

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[Fonte Wired.it]