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Coronavirus, ecco il numero che ci indicherà la fine dell’epidemia

By webmaster
26/02/2020
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Da Wired.it :

Un parametro può dirci se il peggio è alle nostre spalle: è il numero delle persone che ogni malato può contagiare. Se questo numero è minore di uno, ciò significa che l’epidemia si sta gradualmente spegnendo. Ma per ora non sembra che siamo ancora in questa fase

coronavirus
(foto: Stringer via Getty Images)

Quando finirà l’epidemia del nuovo coronavirus Sars-CoV-2 in Cina – e non solo, ora anche in Italia? A chiederselo sono gli esperti di tutto il mondo, oltre ai media e al pubblico generale, adesso ancora più attento, soprattutto dopo l’emergenza del virus nel nostro paese. Le notizie e i dati sono spesso in contrasto o poco chiari, questo perché sono ancora parziali e perché l’epidemia non è conclusa. Ma come si fa a capire se e quanto i contagi stanno diminuendo? Ecco un elemento che potrebbe fare, almeno in parte, chiarezza.

Il picco, il plateau e la discesa

Tutti vogliono sapere come sta andando l’epidemia e quando verrà superato il picco, ovvero il punto in cui si registra il numero massimo complessivo di contagiati. Dopo questo presumibilmente ci sarà una fase in cui questo numero rimane fermo nel tempo (il plateau) e poi calerà, ovvero non solo non ci saranno nuove diagnosi ma diminuirà il numero totale dei malati complessivi e aumenteranno i guariti. Al momento, anche osservando il grafico e i dati Oms alla data del 25 febbraio (qui sotto), non risulta che siamo ancora in questa fase, dato che ci sono ancora nuovi casi e il numero dei contagiati è ancora in crescita, anche se lievemente.

coronavirus
Coronavirus Covid-2019, mappa dei casi globali (foto: Johns Hopkins Csse)

Calano le nuove diagnosi giornaliere

Ma il tutto sta avvenendo con con una rapidità minore. Non è un caso che Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità alla data del 20 febbraio abbia affermato che “i dati dalla Cina continuano a mostrare una diminuzione nei nuovi casi confermati”, anche se come sempre questo non è il momento di abbassare la guardia. A calare, però, non sono i casi totali, ma le nuove diagnosi giornaliere, per cui non siamo ancora nella fase della discesa della curva che descrive l’epidemia.

Coronavirus, il tasso netto di riproduzione

Ma cosa può indicare quando finalmente avremo superato il picco (il numero massimo di contagiati) e arriveremo alla discesa? C’è un elemento chiave, che è dirimente per capirlo, come si legge in un articolo su Business Insider. Si tratta di un parametro di cui abbiamo anche già parlato (qui e qui) ed è il numero di persone che ogni malato può contagiare, il cosiddetto basic reproduction number o in italiano tasso netto di riproduzione. L’idea è che, qualora il picco sia stato oltrepassato, questo numero debba essere minore di 1. Se è così, ogni malato può contagiare al massimo un’altra persona e spesso nessuno, e questo vuol dire che sul lungo termine l’infezione va ad estinguersi. Viceversa se il numero è maggiore di 1 la malattia è ancora in espansione.

Dal picco al tasso netto di riproduzione

Ma stimare il tasso netto di riproduzione è difficile, inoltre il numero varia a seconda della regione presa in considerazione (la Cina o altri paesi, e anche all’interno della Cina può cambiare). Un recente rapporto del Centro di controllo per le malattie cinese ha riferito che il picco, in Cina, sarebbe stato raggiunto il 1° febbraio, anche se come scrivono gli autori cinesi potrebbe esserci una ripresa (e dunque il picco sarebbe solo il primo fra due o fra più picchi).

Cercando su Pubmed moltissimi studi hanno stimato il tasso netto di riproduzione, che in questo caso dovrebbe essere minore di uno, e invece hanno rilevato che è più alto dell’unità. Tuttavia bisogna specificare che queste ricerche si riferiscono a dati di un periodo precedente rispetto alla pubblicazione, dunque non sono aggiornati alla data attuale. In ogni caso non risulta, sempre dai dati, che ancora il picco epidemico sia stato superato.

Il picco, a breve

Insomma siamo tutti col fiato sospeso. Secondo il fisico Alessandro Vespignani, esperto di sistemi complessi e direttore del Network Science Institute della Northeastern University di Boston, il picco potrebbe arrivare alla fine di febbraio o all’inizio di marzo, come riporta l’Ansa in un’intervista. Mentre Zhong Nanshan, epidemiologo noto per aver scoperto il coronavirus della Sars, l’11 febbraio ha dichiarato che il picco potrebbe arrivare a breve, entro la fine del mese. Per ora però sono ancora ipotesi, non resta che attendere.

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[Fonte Wired.it]

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