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sabato, Mar 21

Coronavirus, la musica non chiude



Da Wired.it :

Mentre l’industria musicale soffre tantissimo, la musica assume tutto un altro aspetto e, paradossalmente, sembra essere l’unico punto di connessione tra la gente. Dai flashmob alle dirette IG fino ai freestyle dei rapper

La musica non chiude, e forse solo lei. Se il virus ha praticamente raso al suolo, speriamo il più “temporaneamente” possibile, la quotidianità di quasi tutti, non ci resta che quella canzone. Quella che molti cantano nei flashmob sui balconi, nelle dirette su Instagram o nei dj set in streaming. Oppure quella che si inventa, in freestyle appunto, il rapper preferito del tuo rapper preferito. Da Emis Killa, che ha lanciato l’iniziativa, a Fabri Fibra, Lazza, Madame, Mambolosco, Enzo Dong, Jax, Junior Cally, Salmo e molti altri.

Ah! Indovina chi è tornato?
il Guido Bertolaso del rap italiano
questi rapper finalmente hanno un nemico
tutti a scrivere contro il Coronavirus
chiusi in casa annoiati coi genitori

(Fabri Fibra Covid19FreestyleChallenge)

In uno scenario in cui l’industria musicale soffre tantissimo, praticamente tutti i festival cancellati e rinviati (sí, anche il Coachella), uscite discografiche spostate, instore e concerti annullati, non è la musica che piange ma il settore. Un decreto non ci salverà, però una canzone potrebbe darci l’illusione.

Nelle classifica viral di Spotify in queste ore, alle prime posizioni spunta Corona Virus di Yofrangel che è praticamente una versione baile-funk di Corona Virus di Bello Figo, Mister Cumbia invece lancia direttamente La cumbia del Coronavirus, praticamente delle instant-song nate da tanta disperazione casalinga.

Ma davvero ancora qualche pirla vuole uscire?
scemi come Carla Bruni fanno finta di tossire
su WhatsApp mandano bufale per farti impazzire
ho finito la pazienza, peggio delle mascherine

(Jax Covid19Freestyle)

Il concetto è questo: per un artista di medio livello, fare musica in casa è la normalità, hanno tutti un home studio. Se c’è una cosa che sicuramente il coronavirus non fermerà è la produzione di musica. Cioè: la musica non chiude, l’industria della musica invece, come molti altri settori, incassa un colpo fortissimo. Che non toccherà, non subito quantomeno, gli artisti ma tutto il backstage fatto di “operai della cultura” che hanno sempre guadagnato quanto un qualsiasi operaio edile lavorando però nella costruzione di case liquide, che poi sono quelle che si sentono alla radio, nei club, su Spotify, ovunque. Sperando di tornare prestissimo in quel festival, su quel dandefloor, a quel concerto, teniamo accesa la musica, anche perché: ora si capisce chi sono i veri artisti.

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[Fonte Wired.it]