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venerdì, Mar 06

Coronavirus, le tecnologie con cui le università fanno fronte alla chiusura



Da Wired.it :

Gli atenei rimarranno chiusi fino al 15 marzo, ma la didattica non si può bloccare: così le università si sono attrezzate, tra piattaforme di e-learning e lezioni in streaming. Ecco come sta andando

(foto: Kim Kulish/Corbis via Getty Images)

L’ultimo decreto della presidenza del consiglio ha stabilito, causa coronavirus, che le scuole e le università debbano rimanere chiuse fino al 15 marzo. Soprattutto in ambito accademico la didattica, le sessioni d’esame, di laurea e tutti gli altri corsi non possono interrompersi. Il supporto della tecnologia diventa fondamentale per consentire un normale svolgimento di tutte le attività. La vita didattica si sposerà, almeno nei prossimi tempi, completamente online. Situazione che, però, mette in luce un’altro importante problema: il gap tecnologico tra vari atenei. Perché se alcuni già da tempo sono attrezzati con piattaforme per i corsi online, formazione ad hoc per i docenti, molti altri muovono ancora i primi passi in quest’ambito e potrebbero non venire incontro alle esigenze degli studenti in questo periodo di emergenza sanitaria. Infatti, la scelta di alcune realtà è stata quella di posticipare le lezioni fino ai primi di luglio.

Però gli strumenti, ci sono e tanti atenei italiani li stanno già mettendo a disposizione. Di seguito ne trovate alcuni fra i più utilizzati.

Le piattaforme e lezioni online

Gli strumenti più utilizzato tra i grandi atenei. Funzionano come un grande contenitore dove i docenti caricano le lezioni, mettendole a disposizione degli studenti. Il processo è molto semplice: il docente utilizza un software con il quale gestire i contenuti che andrà a caricare, recandosi in aula o rimanendo nel proprio ufficio, registra la lezione e poi la inserisce sulla piattaforma del proprio ateneo, insieme a eventuale materiale didattico. Un esempio, in merito, è quello dell’Università Bicocca di Milano: l’ateneo dispone di aule tecnologiche dotate di strumentazione multimediale, come un podio allestito con pannello touchscreen di comando, telecamera, microfoni e proiettori. In pochi giorni sono stati circa 24mila gli studenti che si sono collegati alla piattaforma di e-learning per un totale di 70mila accessi, quasi 2 milioni pagine visitate e 1.500 lezioni consulte non solo dal pc, ma anche dal proprio smartphone.

Lo stesso ha fatto anche l’Università Cattolica di Milano che, già da tempo, dispone di una piattaforma di e-learnig che si chiama Blackboard. Per far fronte alle nuove disposizioni sul coronavirus, ne ha potenziato l’accesso e ha permesso a tutti gli studenti degli oltre 1300 corsi di poter scaricare il materiale didattico fornito dai 975 docenti e assistenti dell’ateneo. Hanno scelto questa strada anche l’Alma Mater di Bologna, che ha reso fruibili per il web la maggior parte dei corsi e l’Università di Verona, in cui il 70% degli iscritti ha già sperimentato questa nuova modalità di studio.

Il webinar

Lo streaming via Skype o altri strumenti di videoconferenza si sta rivelando molto utile soprattutto per quelle attività che richiedono l’interazione tra docente e studente, come possono essere le sessioni di laurea. Come è successo all’università di Pavia e a Torino: i laureandi si sono collegati online in una delle aule virtuali create per l’occasione con il sistema Skype for Business. La discussione è avvenuta nel più classico dei modi: la commissione dei docenti in aula ad ascoltare e lo studente collegato da remoto, con la possibilità di condividere, in tempo reale, anche slide e filmati a corredo della propria discussione. Inoltre, a Pavia è stata data la possibilità anche a parenti e amici di seguire la sessione: per ognuna, infatti, c’era un link aperto al pubblico disponibile nella home page della facoltà.

Lo stesso metodo è stato impiegato anche per i cosiddetti open day. Sempre in Cattolica, dal 9 al 13 marzo, sarà possibile visitare online l’università perché, come ha spiegato il rettore Franco Anelli, “la didattica in presenza è un elemento imprescindibile, quindi attueremo ogni sforzo possibile per consentire a tutti di vivere l’università come un’esperienza personale”. L’Università di Bolzano, invece, ha pensato ancora più in grande: il tour dell’intero ateneo sarà trasmesso in streaming su Facebook live e YouTube. Ai partecipanti è anche offerta la possibilità di collegarsi su WhatsApp o su Facebook per poter fare domande ai responsabili del servizio di orientamento. Il rettore, Paolo Lugli, lo ha definito “open day 4.0”.

 

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[Fonte Wired.it]