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lunedì, Mag 18

Coronavirus, proteste anti-lockdown hanno diffuso il contagio?



Da Wired.it :

Una ricerca sulle manifestazioni contro le misure restrittive identifica delle correlazioni. Ma per un’altra analisi il contenimento è una delle armi più efficaci contro il Covid-19

Dimostranti in Texas (Photo by Sergio Flores/Getty Images)

“I dati raccolti suggeriscono che le manifestazioni siano stati degli eventi significativi dal punto di vista epidemiologico”. A pronunciare queste parole è il dottor Rob Davidson del gruppo di promozione progressista Committee to Protect Medicare e le manifestazioni a cui si riferisce solo quelle che si sono tenute in alcune città degli Stati Uniti, il mese scorso, per richiedere l’allentamento delle misure di restrizione e l’apertura immediata delle attività. Proteste fortemente appoggiate dal presidente Donald Trump, ma che, come previsto da alcuni esperti, hanno rappresentato un fattore di contagio molto alto in alcune zone degli Usa.

Cosa è emerso dalla ricerca

La ricerca condotta dal gruppo Committee to Protect Medicarediffusa dal quotidiano inglese Guardian – si è basata sulla localizzazione dei movimenti dei manifestanti, tracciati grazie alle celle telefoniche a cui si sono agganciati i cellulari nelle 48 ore successive alla fine delle proteste. I dati sulle posizioni, completamente anonimi, sono stati acquisiti grazie app opt-in per dispositivi mobili e, in seguito, catalogati dai data scientist della società VoteMap.

Nella maggior parte dei casi i cellulari tracciati si sono mossi all’interno degli stati in cui si sono svolte le manifestazioni, quindi in Arizona, Montana, Florida, Washington, Texas e Colorado, ma in alcune circostanze hanno anche varcato i confini. È il caso di alcuni dispositivi registrati a Denver, in Texas: nei due giorni successivi, si sono spostati in altri stati, tra cui Wyoming, Nebraska, Oklahoma, New Mexico e Utah. Quindi, chi si è ammalato durante questi eventi – come uno dei leader delle proteste anti-blocco in Carolina del Nord – potrebbe aver contribuito alla diffusione dei contagi in alcune zone della nazione. “Il comportamento di chi ha partecipato alle proteste ha comportato e continua a comportare un rischio di infezione molto alto. I manifestanti si sono dispersi in tutto il paese e questo potrebbe aver portato a un aumento dei contagi”, ha aggiunto Davidson.

Lo studio sugli effetti positivi del lockdown

Le proteste degli Usa che potrebbero aver messo in pericolo la vita dei manifestanti e di altri cittadini contestavano l’utilità delle misure di lockdown per alcuni addirittura incostituzionali perché rappresentano un grande limite nelle libertà personali.

Ma, come emerge da uno studio condotto da Emanuele Borgonovo, professore ordinario all’Università Bocconi, e Xuefei Lu, assistant professor all’Università di Edimburgo, l’imposizione di misure restrittive di distanziamento sociali, soprattutto se adottate nella fase iniziale dell’epidemia, sono la migliore arma per combattere la diffusione del coronavirus. La ricerca – una delle prime del Covid Crisis Lab, centro interdisciplinare italiano sullo studio del Covid-19, – combina un modello epidemiologico standard, tecniche di machine learning e analisi di sensibilità.

In cosa consiste, quindi? Sono stati presi in considerazione dati come il tasso di protezione, cioè il tasso al quale la popolazione sensibile diventa insensibile a causa dell’attivazione di politiche sanitarie, il numero di individui inizialmente infetti, la data in cui sono stati approvati provvedimenti o il tasso medio di latenza del virus, in Italia. Ne è emerso che sulla diffusione del virus è maggiore l’effetto positivo di norme imposte dal governo piuttosto che quello delle caratteristiche intrinseche di un epidemia. Per esempio, sul contenimento della pandemia ha avuto più effetto il tasso di protezione anziché quello di infezione.

Gli studiosi hanno anche potuto stimare l’intervallo di tempo che intercorre tra la dichiarazione di lockdown e il pieno effetto del provvedimento: 5 giorni. Questi risultati sono in linea con quanto rilevano alcune ricerche economiche in corso.

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[Fonte Wired.it]