Da Wired.it :
Siccome Washington ha investito più degli altri, riceverà in via prioritaria la profilassi. Il governo francese e l’Unione europea protestano
Per trovare un vaccino contro il coronavirus lo sforzo di governi e comunità scientifica deve essere unico: condividere dati, risultati e conoscenze può accelerare l’intero processo di sviluppo del medicinale. È questo lo spirito che sta animando molti progetti promossi dall’Organizzazione mondiale di Sanità (Oms), ma che non trova il sostegno di alcuni paesi, come Stati Uniti e Cina, che stanno portando avanti ricerche in maniera totalmente autonoma.
Lo studio di una profilassi contro il Covid-19 rischia, quindi, di tradursi in una guerra politica che aiuti a sottolineare la superiorità di certi stati a dispetto degli altri. A rafforzare questa supposizione ci ha pensato, nelle scorse ore, il direttore generale del colosso farmaceutico francese Sanofi che ha spiegato che gli Stati Uniti saranno i primi a beneficiare della distribuzione di un eventuale vaccino poiché “hanno investito di più rispetto agli altri”. Dure sono state le reazioni del governo francese: la sottosegretaria all’economia francese, Agnès Pannier-Runacher, ha definito “inaccettabile” il punto di vista dell’azienda, mentre il primo ministro Edouard Philippe ha spiegato che “la parità di accesso di tutti al vaccino non è negoziabile”.
Comme l’a indiqué @EmmanuelMacron, un vaccin contre le #COVID19 devra être un bien public mondial. L’égal accès de tous au vaccin n’est pas négociable.
— Edouard Philippe (@EPhilippePM) May 14, 2020
La posizione dell’azienda
A chiarire meglio le parole del direttore Paul Hudson è intervenuto, a Bfm-Tv, il presidente della Sanofi Francia, Olivier Bogillot. Ma non si è trattato di una rettifica delle parole di Hudson, ma di un avvertimento all’Unione europea. “Anche l’Europa potrà essere tra le prima nella distribuzione dei vaccini, se si dimostrerà altrettanto efficace nel finanziare studi e ricerche”, ha detto alla tv francese. Il vaccino, infatti, non è stato ancora scoperto e si trova, al più, in una fase embrionale, ma dalla Sanofi hanno già ben chiaro chi ringraziare nel caso in cui si dovesse trovare una cura. “In questo periodo gli americani sono stati molto attivi anche l’Ue dovrebbe esserlo: solo così riusciamo a mettere a disposizione un vaccino il più rapidamente possibile”, ha aggiunto Bogillot. Il manager ha specificato che gli Usa hanno già messo a disposizione centinaia di migliaia di euro, mentre le autorità europee temporeggiano ancora sull’importo dei finanziamenti.
A chiudere la polemica, al meno per il momento, ci ha pensato un altro tweet del premier francese Philippe in cui si legge che il presidente della casa farmaceutica, Serge Weinberg, ha “ha fornito tutte le assicurazioni necessarie sulla distribuzione in Francia di un possibile vaccino Sanofi”.
Je viens de le rappeler à Serge Weinberg qui préside @Sanofi, cette grande entreprise profondément française. Il m’a donné toutes les assurances nécessaires quant à la distribution en France d’un éventuel vaccin Sanofi.
— Edouard Philippe (@EPhilippePM) May 14, 2020
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