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martedì, Mar 24

Coronavirus, sul web fioriscono siti truffa che vendono rimedi



Da Wired.it :

Dai farmaci miracolosi ai tamponi istantanei per il coronavirus, l’Antitrust va a caccia di portali che approfittano della situazione

coronavirus
(Foto: Yegor Aleyev/TASS via Getty Images)

La lotta contro il coronavirus si combatte anche in rete, arginando le truffe e i nuovi fenomeni di sciacallaggio nel mondo dell’ecommerce. Se in un primo momento erano stati i prezzi gonfiati di mascherine e gel igienizzanti sui siti di shopping online a finire nel mirino dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), ora l’Antitrust indaga soprattutto sui siti che vendono dispositivi medici e farmaci pubblicizzati come rimedi contro il virus.

L’ultimo provvedimento in ordine di tempo riguarda un procedimento istruttorio e l’oscuramento in via cautelare del sito testcoronavirus.shop, come annunciato nella nota pubblicata sul sito dell’Agcm. In particolare, l’indagine condotta dal Garante insieme alla Guardia di finanza e al Nucleo speciale Antitrust ha portato alla sospensione dell’attività di pubblicità e vendita del Rapid Test Covid-19, commercializzato al prezzo di 25 euro e presentato come test per l’auto-diagnosi rapida dell’eventuale contagio da coronavirus.

Nella motivazione del provvedimento si legge che le indicazioni fornite dal produttore “appaiono ambigue, confuse e oscure”, e che l’Antitrust ritiene “che le modalità di promozione e vendita del prodotto siano prima facie ingannevoli e aggressive, idonee ad alterare la capacità di valutazione del consumatore”.

Le altre mosse

Ma questo non è il solo caso che riguarda un fenomeno che si sta diffondendo nelle ultime settimane, facendo leva sul sentimento di generale timore diffuso in tutto il paese. La scorsa settimana, l’Antitrust aveva preso provvedimenti simili per sospendere la commercializzazione online del farmaco antivirale generico Kaletra al prezzo di 634,44 euro. Anche in quel caso l’Autorità ha disposto l’oscuramento del sito farmacocoronavirus.it su cui era pubblicizzato e venduto il farmaco.

In quel caso, inoltre, la vendita del prodotto contrastava anche con la legge italiana, poiché farmaci del genere devono essere venduti soltanto sotto prescrizione medica.

Un altro sito finito nel mirino del Garante è carlitashop.com, sul quale erano pubblicizzati e venduti prodotti di deversa natura come oli essenziali, integratori, detergenti e cosmetici di cui si esaltavano caratteristiche antibatteriche e antivirali non supportate dalla comunità scientifica. In questo caso Agcm non ha disposto l’oscuramento del sito, ma l’eliminazione, sia dalla pagina web sia dalla pagina Instagram, dei riferimenti alla presunta efficacia dei prodotti nel prevenire contagi da Covid-19.

Attenzione alle donazioni

All’interno del numero di siti che l’Antitrust sta controllando in queste settimane non ci sono però soltanto i siti che commercializzano farmaci e antivirali sfruttando il momento di emergenza. Lo scorso 22 marzo l’Autorità ha disposto un intervento cautelare nei confronti del sito americano Gofundme, piattaforma di crowdfunding che ha recentemente permesso all’Ospedale San Raffaele di Milano di dotarsi di un nuovo reparto di terapia intensiva grazie alla campagna lanciata da Chiara Ferrari e da Fedez.

In questo caso, a finire sotto la lente dell’Authority sono alcune pratiche scorrette e i costi occulti emersi proprio durante le campagne di raccolta fondi per supportare la lotta al virus nel nostro paese. In particolare, sebbene le donazioni effettuate siano presentate come gratuite, “sussistono costi connessi alle transazioni con carte di credito e debito”, si legge nel comunicato di Agcm. Inoltre, stando a quanto si apprende dall’indagine, per ogni donazione la piattaforma prevede una percentuale preimpostata di costi di commissione, che possono essere azzerati soltanto selezionando un’opzione particolare in una diversa area del sito.

Per questa ragione l’Antitrust ha disposto ora che la percentuale preimpostata per le commissioni sia pari a zero e venga poi modificata a discrezione dell’utente che decide di effettuare la donazione.

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[Fonte Wired.it]