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martedì, Giu 09

Cosa c’è nel rapporto redatto dalla task force sulle fake news a tema coronavirus



Da Wired.it :

Dopo due mesi di attività, il gruppo voluto dal governo ha pubblicato un documento in cui espone le sue proposte per combattere la disinformazione a tema Covid-19. Tra queste ci sono un nuovo sito, chatbot sui social network e video informativi

La task force governativa contro le fake news, voluta dal sottosegretario del Partito democratico con delega all’Editoria Andrea Martella, dopo due mesi di attività ha diffuso un documento di 12 pagine contenente un programma operativo volto a contrastare la diffusione della disinformazione sui social e sul web, a partire da quella relativa al Covid-19.

Durante i lavori che hanno portato alla stesura del piano, gli esperti hanno individuato tre aree d’intervento su cui si focalizzeranno le attività promosse dalla task force e realizzate insieme alle istituzioni. La prima prevede di facilitare l’accesso dei cittadini alle comunicazioni ufficiali e ai contenuti scientificamente più attendibili; la seconda punta a fornire agli utenti strumenti che gli permettano di distinguere una fake news da una notizia attendibile; l’ultima consiste nel monitorare le informazioni online, individuando le notizie che circolano di più e quelle che diventano oggetto di dibattito pubblico: il tutto con l’obiettivo di orientare in maniera più efficace i messaggi provenienti dalle istituzioni (nel caso della crisi coronavirus governo, Istituto superiore di sanità e Protezione civile).

Le proposte della task force

Come si legge nel documento, il programma operativo dovrebbe essere attuato nel breve periodo e potrà modificarsi “in funzione dell’evolversi dell’emergenza epidemiologica nel paese”. Gli strumenti individuati dalla task force sono diversi: Faq, siti dedicati, chatbot, corsi di formazione per comunicatori pubblici. Ad esempio, nel programma si fa riferimento alla creazione di un sito web istituzionale “dedicato alle fake news e alla promozione della cultura scientifica in tema di coronavirus”, una sorta di riferimento per i cittadini che, in caso di dubbio, potrebbero – nelle speranze della commissione, almeno – verificare subito se ciò che hanno letto o ascoltato ha o meno evidenza scientifica.

Si parla anche di social network e principali piattaforme di messaggistica: oltre a Facebok e Twitter, dunque, WhatsApp, Messenger e Telegram. In questo senso la task force propone di creare un profilo ufficiale in cui, tramite l’uso di bot, le istituzioni possano rispondere a domande frequenti standard, fornendo agli utenti risposte autorevoli prestabilite, o approfondendo determinati temi con campagne pubblicitarie e video informativi.

Per sensibilizzare i cittadini, invece, stando al rapporto redatto si pensa di fornire una serie di raccomandazioni o strumenti che aiutino a individuare le fake news: segnalando in che modo si può verificare l’attendibilità di una notizia (vedi attraverso una reverse image search) o testandone le conoscenze attraverso quiz che, per ogni risposta sbagliata, riportano alle Faq istituzionali o al sito dedicato alle fake news.

Di grande importanza, infine, nel nuovo tracciato immaginato dalla commissione sarebbe anche il ruolo di Agcom, che raccoglie e analizza dati e informazioni pubblicati sulle principali piattaforme a tema Covid-19. Un’attività che permetterà alla task force come orientare la propria attività e su quali contenuti puntare per impedire la diffusione delle notizie false.

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[Fonte Wired.it]