Previsioni a parte, che cosa dicono davvero i primi dati sull’influenza ora che la stagione ha ufficialmente preso il via? I dati di riferimento per comprendere come si stanno comportando le infezioni respiratorie sono quelli che arrivano dai bollettini del sistema di sorveglianza dell’Istituto superiore di sanità, RespirVirNet. Vengono aggiornati ogni venerdì e si riferiscono alla settimana precedente, monitorando l’incidenza delle infezioni respiratorie acute: influenza propriamente detta ma anche altri virus, tra cui rinovirus, Sars-CoV-2, Rsv (virus respiratorio sinciziale) e adenovirus. Ma accanto a questi, l’Iss insieme a Isi Foundation, ha messo a punto anche un sistema che prevede – sulla base dei dati reali del sistema di sorveglianza – quello che ci attende per le prossime settimane (Influcast). Leggendo i dati raccolti da questi sistemi ecco oggi come si sta comportando l’influenza.
Quanti hanno preso un’infezione respiratoria acuta
Circa 8 su mille sono le persone cadute vittime di un’infezione respiratoria acuta nell’ultima settimana di monitoraggio, in cui si osserva un aumento dei casi di influenza e un calo per quelli da Sars-CoV-2. I virus circolanti, secondo le analisi riferite a circa 1600 campioni (sia ospedalieri che di comunità) mostrano che per il 17% circa sono rhinovirus, per l’11% si tratta di virus influenzali, per un 6% di Sars-CoV-2, per circa 7% adenovirus e virus parainfluenzali e in misura minore altri virus (come Rsv, altri coronavirus, metapneumovirus e bocavirus). È bene sottolineare – e sono gli stessi autori del report a farlo – che i dati sono provvisori, ovvero soggetti ad aggiornamento, e si riferiscono nel complesso a un numero limitato di casi, che rendono difficile estrapolare dei trend. Nei monitoraggi riferiti finora, per esempio, che coprono le ultime cinque settimane, sono stati conteggiati in totale circa 450 casi di influenza, 1300 di rhinovirus, circa 600 di Sars-CoV-2 e circa 500 tra adenovirus e virus parainfluenzali.
Dove sta colpendo di più l’influenza, per ora
Pur considerando il ristretto periodo di sorveglianza, a oggi la circolazione delle infezioni respiratorie acute in Italia è considerata nel complesso bassa (la soglia di riferimento è fino a 13,35 ogni mille persone). Le regioni dove la circolazione è ancora a livello considerato basale sono una manciata (Molise, Campania, Basilicata, Umbria, Trentino Alto Adige, Liguria, Veneto e Valle d’Aosta). Per quel che riguarda invece le fasce più colpite, per incidenza in testa troviamo i bambini sotto i 4 anni (circa 25 casi ogni mille assistiti) e in generale i giovani. Più contenuta, al momento, è infatti l’incidenza delle infezioni respiratorie acute tra gli adulti e gli over 65 (dove è di circa 5 casi ogni mille assistiti).
Cosa ci aspetta per le prossime settimane
Partendo da questi dati e secondo le previsioni del sistema Influcast, nelle prossime settimane dovremmo attenderci un aumento dei casi (non a sopresa), che verso la fine di dicembre ci porterà a osservare circa 14,5 casi ogni mille assistiti. Ed è verosimile che, sulla base degli ultimi dati raccolti, a guidare questo aumento saranno soprattutto i casi di infezioni respiratorie dovute all’influenza, spiegano gli esperti, osservando un calo invece in quelle da Sars-CoV-2. Anche a livello europeo, sottolineiamo al momento, si osserva una diminuzione dei casi da Sars-CoV-2 e un aumento in quelli di influenza, tanto a livello di popolazione che in ambito ospedaliero.



