Cosa possiamo imparare dall’axolotl, animale supereroe che sa rigenerare i propri organi

by | Dic 9, 2025 | Tecnologia


Axolotl, ovvero l’anfibio dal nome impronunciabile. Molti lo conoscono come il simpatico animaletto rosa di Minecraft, capace di recuperare salute fingendosi morto e di conferire un vero e proprio potere di rigenerazione al giocatore che lo assiste in battaglia. Ma anche fuori dai cubotti virtuali, l’axolotl, o se preferite assolotto, o salamandra messicana (Ambystoma mexicanum), possiede effettivamente doti biologiche al limite del superpotere. Parliamo in particolare di un superpotere relativo al timo, l’organo che più di tutti, forse, rappresenta inesorabilmente il passare del tempo: fondamentale per lo sviluppo del sistema immunitario, e in particolare delle cellule T, e quindi per l’immunità adattativa, il timo comincia a ridursi già dalla pubertà. Bene, un nuovo studio pubblicato su Science Immunology ha appena mostrato che l’axolotl riesce a compiere un’impresa impossibile per i mammiferi, e cioè rigenerare il timo de novo anche dopo la sua completa rimozione. Una scoperta, questa, che si aggiunge a precedenti evidenze dello stesso tenore, che avevano mostrato che questo anfibio avesse una notevole capacità di rigenerazione cerebrale, e che potrebbero forse, un giorno, indicare una strada per aiutare a ripristinare le funzioni immunitarie e cognitive anche nell’essere umano.

Il ruolo chiave della midchina

Gli esperti in medicina rigenerativa conoscono bene il gene Foxn1, per decenni considerato un fattore essenziale per lo sviluppo e il mantenimento del timo nei mammiferi. Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che nell’axolotl la storia è, almeno in parte, diversa. Sebbene Foxn1 rimanga importante per lo sviluppo corretto dell’organo (e difatti gli axolotl privi di questo gene sviluppano timi minuscoli), la sua assenza non impedisce l’avvio del processo di rigenerazione. Così, indagando sui meccanismi molecolari alternativi, il gruppo ha identificato un altro fattore di crescita, la cosiddetta midchina (Mdk) come potenziale “innesco” della rigenerazione: dagli esperimenti è emerso che l’espressione di Mdk aumenta significativamente dopo la rimozione dell’organo, e che la sua inibizione riduce drasticamente la capacità rigenerativa, il che, secondo gli autori, suggerisce che l’axolotl utilizzi percorsi molecolari distinti o “dormienti” nei mammiferi per avviare la ricostruzione dei tessuti.

Non solo immunità

Come anticipavamo, le capacità dell’axolotl non si fermano al sistema immunitario. Già nel 2022 tre studi pubblicati su Science (1, 2 e 3) avevano mappato con precisione la capacità di questo anfibio di rigenerare il telencefalo, la parte più evoluta del cervello, dopo una lesione. Anche in questo caso, la strategia dell’axolotl è piuttosto raffinata: i ricercatori avevano identificato una popolazione specifica di cellule, le ependimoglia (Egc), che agiscono come cellule staminali neurali, attivandosi in risposta a una lesione cerebrale e differenziandosi per sostituire i neuroni perduti. Interessante che, similmente a quanto osservato nel timo, il processo di rigenerazione cerebrale ripercorre parzialmente le tappe dello sviluppo embrionale, riattivando programmi genetici che nei mammiferi adulti sono solitamente spenti o bloccati.

E negli esseri umani?

Il confronto tra i recenti dati sul timo e quelli sul cervello suggerisce un tema comune, quello della plasticità cellulare. L’obiettivo a lungo termine di ricerche come quella appena pubblicata è di capire se quali interruttori molecolari sono dormienti negli esseri umani: identificare fattori come Mdk o comprendere come “sbloccare” le cellule staminali residenti nel cervello potrebbe aprire nuove strade terapeutiche fondamentali, e riuscire a imitare anche solo in parte questi processi potrebbe aiutarci a sviluppare nuovi trattamenti per contrastare l’immunosenescenza negli anziani e riparare danni cerebrali oggi irreversibili.



Fonte

Written By

Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

Related Posts

Impact-Site-Verification: c90fc852-aae7-4b2e-b737-f9de00223cb0