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giovedì, Mar 05

Cosa racconta davvero il primo caso di nuovo coronavirus in Germania



Da Wired.it :

Prima di parlare di origine tedesca dei focolai europei e di legami con i casi italiani, si devono fare ulteriori ricerche. Il vero punto, in questo caso, riguarda le modalità di trasmissione

coronavirus
(foto: ANDREAS GORA/dpa/Afp via Getty Images)

Quando è arrivato il coronavirus in Europa? Se una risposta certa è impossibile darla, il primo caso notificato nel Vecchio continente risale al 24 gennaio, in Francia, ed è quello di un paziente con una storia di viaggio di Cina. Così riporta l’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc). Oggi sulle pagine del New England Journal of Medicine alcuni ricercatori e medici tedeschi descrivono un caso di trasmissione europea di coronavirus, non di importazione dunque, contemporaneo. Nello stesso giorno in cui la Francia segnalava il primo caso europeo, un uomo di 33 anni tedesco si ammalava con i sintomi ben noti associati a Covid-19: mal di gola, freddo, mialgie, febbre alta. Anche se le prime analisi del patrimonio genetico di questo ceppo suggeriscono che sia l’origine di diversi altri focolai, compreso quello italiano, si tratta di risultati ancora non definitivi e che devono essere presi con cautela.

Ricostruendo la storia del possibile contagio, i ricercatori hanno fatto risalire quello tedesco all’incontro a un meeting con una collega proveniente da Shangai nei giorni precedenti, asintomatica su suolo europeo per poi sviluppare i sintomi nel viaggio di ritorno, e risultare positiva al coronavirus. La comunicazione della positività al virus il 27 gennaio 2020 ha innescato quindi le procedure di contact tracing che hanno permesso di diagnosticare l’infezione nel collega e in altre tre persone, una sola delle quali aveva avuto contatti con la collega di Shangai.

Il racconto del caso di contagio tedesco avvenuto in Germania (verosimilmente lo stesso di cui si era parlato già a fine gennaio come primo caso di trasmissione europea) è degno di nota perché: “l’infezione sembra essersi trasmessa durante il periodo di incubazione del paziente, con malattia breve e non specifici – scrivono gli autori – il fatto che persone asintomatiche siano potenziali fonti di infezioni da coronavirus potrebbe giustificare una rivalutazione delle dinamiche di trasmissione dell’attuale epidemia”. Al momento infatti, come riferiscono dall’Oms, la principale via di trasmissione del virus è attraverso goccioline emesse attraverso la tosse e il rischio di prendere la malattia da persone asintomatiche è piuttosto basso. “Comunque, molte persone con Covid-19 hanno solo sintomi lievi – continuano sempre dall’Oms – questo è particolarmente vero per nei primi stadi di malattia. È perciò possibile prendere Covid-19 da qualcuno che ha avuto, per esempio, solo una tosse lieve e non ha percepito di essere ammalato”.

Ma non solo, proseguono gli esperti sul Nejm: a destare preoccupazione è anche la rivelazione di un’alta carica virale nell’espettorato del paziente uno, dopo però che questo si era ripreso, sebbene non sia chiaro quanto questi virus fossero o meno attivi.

Il caso tedesco però potrebbe raccontare anche altro. Secondo quanto riferisce su Twitter Trevor Bedford, scienziato Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle e co-sviluppatore della piattaforma Netxstrain, l’analisi dei virus sequenziati suggerisce che il caso del focolaio tedesco possa aver alimentato diversi altri focolai, compresi quelli italiani.

Anche se lo stesso Bedford ammette come non ci sia nulla di definitivo, e che per i casi lombardi, per esempio, ci possa essere stata un’introduzione distinta.

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[Fonte Wired.it]