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lunedì, Dic 30

Cosa sappiamo dell’aggressione antisemita di New York


Donald Trump ha condannato l’attacco di Monsey, a New York, e il governatore Andrew Cuomo ha parlato esplicitamente di terrorismo interno. Con 13 aggressioni in 3 settimane, la piaga dell’antisemitismo continua a colpire la Grande Mela

(Foto di Stephanie Keith/Getty Images)

Nella notte tra sabato e domenica, un uomo ha fatto irruzione nell’abitazione di un rabbino ultraortodosso di Monsey – a circa 50 chilometri da New York – accoltellando 5 persone, prima di essere costretto alla fuga e infine arrestato.

Gli inquirenti non hanno ancora formalmente individuato il movente dell’aggressore, il trentottenne Grafton Thomas, ma l’attacco va ad aggiungersi ad almeno 12 manifestazioni di antisemitismo che nelle ultime 3 settimane hanno colpito lo stato di New York.

La dinamica dell’aggressione

Intorno alle 22 di sabato, Thomas si è introdotto con un machete in casa di Chaim Rottenberg, rabbino a capo di una comunità chassidica che in quel momento era riunita per celebrare la settima notte di Hannukkah. Secondo le testimonianze dei presenti, l’uomo ha lasciato l’abitazione dopo aver accoltellato cinque persone e solo grazie alla reazione delle vittime, che si sono difese lanciando pezzi di mobilio (tra i quali un tavolino da caffè).

La furia di Grafton Thomas si sarebbe a quel punto spostata nella vicina sinagoga, la Congregazione Netzach Yisroel guidata dal rabbino Rottenberg, ma la prontezza di riflessi dei fedeli, asserragliatisi all’interno, ha evitato il peggio.

L’uomo è stato arrestato poche ore più tardi nella vicina Harlem – ancora coperto di sangue e riconoscibile dal forte odore di candeggina con cui aveva provato a ripulire l’automobile – accusato di cinque tentati omicidi, per i quali si è dichiarato non colpevole.

Chi conosce Thomas lo descrive come un uomo in cerca d’aiuto, che da vent’anni convive con problemi di schizofrenia e totalmente abbandonato a sé stesso. “Grafton non è un terrorista” ha spiegato la madre in lacrime ai giornalisti. “È un uomo con una malattia mentale in America, di cui il sistema non si è curato”.

La piaga dell’antisemitismo a New York

Fin dalle prime ore, il governatore di New York Andrew Cuomo ha parlato esplicitamente di antisemitismo e di terrorismo interno, ipotesi formulata anche dal presidente Donald Trump, che su Twitter ha condannato l’accaduto.

L’aggressione di Monsey ha immediatamente riportato alla mente la sparatoria contro un supermercato kosher di Jersey City, in New Jersey, costata la vita a 3 persone appena due settimane fa. Le autorità dello stato di New York riferiscono di altre 12 aggressioni antisemite registrate nel solo mese di dicembre – perlopiù eventi di rilevanza minore, ma segnali di un clima d’odio che si è fatto via via più concreto.

Il sindaco di New York Bill De Blasio ha annunciato una stretta per prevenire l’ondata d’odio in città, ma ha per il momento bocciato la proposta di dichiarare lo stato d’emergenza, avanzata da un gruppo di politici ebrei ortodossi.

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