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venerdì, Mag 28

Cosa si è detto al Wired Digital Day dedicato alla sostenibilità



Da Wired.it :

Transizione energetica, ruolo delle tecnologie digitali, idrogeno, economia circolare: tutte le parole del Wired Digital Day 2021

Transizione energetica, ruolo delle tecnologie digitali, idrogeno, economia circolare: questi i temi al centro dell’edizione 2021 di Wired Digital Day, in diretta ieri dal Teatro Verdi di Brindisi.

Dopo i saluti istituzionali del sindaco della città Riccardo Rossi, il primo a salire sul palco è stato il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, che ha tratteggiato la strategia per la transizione energetica del territorio. “Noi partiamo da una grande capacità, produciamo più energia di quella che consumiamo, molta della quale da fonti rinnovabili”. L’impegno è ora quello di “convertire quegli impianti che emettono molta CO2, come la centrale di Brindisi o l’ex Ilva di Taranto. E proprio la città del golfo può, secondo Emiliano, cambiare per diventare “il polo dell’idrogeno italiano”. Un cambiamento nel solco del principio per cui “chi perde il treno dell’innovazione soccombe”.

Innovazione che si è rivelata preziosa durante la pandemia da Sars-Cov-2. “Ci siamo abituati a lavorare da remoto, quando solo due anni fa bisognava convincere le persone che fosse possibile farlo”, ha sottolineato l’economista Richard Baldwin. Circostanza che ha accelerato un percorso fatto di globalizzazione e automazione che avrà effetti sul mondo del lavoro. Non si tratta di distruggere occupazione, “così come i trattori hanno automatizzato l’agricoltura ma non eliminato gli agricoltori. Queste tendenze cambieranno alcuni dei compiti che fanno parte del nostro lavoro”.

Altra tendenza accelerata dalla pandemia è il reshoring, ovvero il rientro delle imprese delocalizzate. “Per alcune aziende quella di avvicinare supply, manufacturing, distribuzione e mercato finale è una scelta strategica”, ha sottolineato Francesco Stefanelli, Supply Chain and Operations Manager. Una scelta di questo tipo l’ha compiuta Sanofi, proprio per il suo stabilimento di Brindisi. Che insieme ad altri cinque sparsi per il continente “riporterà in Europa la produzione di principi attivi farmaceutici, un mercato che oggi è al 60% asiatico. E durante la pandemia abbiamo visto quanto uno shortage di questi prodotti sia critico”, ha spiegato il direttore dello stabilimento Giovanni Morelli. Il reshoring, però, non piace solo alle aziende: “i consumatori associano ai prodotti che tornano ad essere realizzare nel proprio paese un maggior livello qualitativo, livelli di competenza della forza lavoro più elevati ed anche importanti aspetti di tipo etico”, ha sottolineato Simona Romani, professoressa di Consumer behavior all’università Luiss – Guido Carli di Roma.

E le startup? “Durante la pandemia abbiamo visto una rapida digitalizzazione della nostra vita”, ha ricordato Francesca Bria, presidentessa del Fondo nazionale Innovazione, “sull’onda di questa spinta dobbiamo rischiare di più, far crescere le startup e trasformarle in imprese sostenibili, così che possiamo avere anche noi dei campioni digitali e tecnologici nei settori strategici per il futuro”.

Dopo la pausa pranzo, Wired Digital Day è ripreso con l’intervento di Ilaria Fontana, sottosegretaria al ministero della Transizione ecologica, chiamata a raccontare l’attuazione del Pnrr. Un “cambio di paradigma”, lo ha definito, che coinvolgerà da vicino le amministrazioni locali e consentirà di attirare investimenti dall’estero, che si pone come obiettivo “la carbon neutrality, per raggiungere la quale dobbiamo rendere più flessibile la diffusione delle rinnovabili, ricorrendo a vettori energetici, come l’idrogeno, e sistemi di accumulo”.

“Siamo di fronte ad una sfida che vede l’idrogeno al primo posto”, le ha fatto eco Alessandro Delli Noci, assessore allo Sviluppo economico della regione Puglia. “È arrivato il momento”, ha aggiunto, “dopo una fase di grande decisionismo centrale, che si coinvolgano i territori integrando le programmazioni nazionali con quelle regionali”.

Cambiamenti di paradigma necessari per contrastare il riscaldamento globale, i cui effetti si possono osservare anche nel Mar Mediterraneo. “Sono evidenti”, ha confermato Roberto Mezzalama, docente al Politecnico di Torino, “la temperatura ha avuto un aumento medio di quasi un grado, abbiamo registrato una moria in specie come i coralli e la nacchera di mare e un aumento nell’arrivo di specie aliene provenienti da mari più caldi”. Anche Giovanni Coppini, Direttore divisione Previsioni oceanografiche e Applicazioni Cmcc, che utilizza dati satellitari per studiare correnti, temperature e salinità del mare, ha sottolineato come “abbiamo registrato un aumento non solo delle temperature, ma anche del livello dell’acqua”.

Nemmeno l’economia è al riparo dai cambiamenti di paradigma. Lo ha spiegato Ilaria Nicoletta Brambilla, ricercatrice per l’iniziativa Next Leaders’ Initiative for Sustainability, parlando di economia circolare. “In questo modello i flussi di materia rimangono all’interno di quello produttivo, allungando la vita dei prodotti il più possibile ed eliminando il concetto di rifiuto”. Un modello, ha sottolineato il presidente di Fise-Assoambiente Chicco Testa, quasi naturale per un paese come l’Italia che “essendo scarsamente dotato di materie prime ha visto molti settori industriali, come la metallurgia e la siderurgia, nascere sul riuso di scarti”. Del resto, come ha aggiunto l’assessora all’Ambiente della Regione Puglia Anna Grazia Maraschio, “il sistema non ci consente più di immaginare una produzione di rifiuti come quella cui siamo stati abituati. Dobbiamo cambiare, l’Europa ci sta chiedendo un cambio di passo radicale”.

E tra i modelli di comportamento destinati al cambiamento, questa volta indotto direttamente dalla pandemia, c’è anche il turismo. Che “non tornerà mai più ai livelli precedenti al Covid-19”, ha sottolineato citando il Ceo di Airbnb Brian Chesky l’assessore al Turismo del comune di Brindisi Emma Taveri. Tra le tendenze che emergono “la ricerca di sostenibilità, di viaggi trasformativi, c’è voglia di recuperare il wellbeing dopo la forzata virtualità dell’ultimo anno, si cercano mete per coniugare vacanza e lavoro, la staycation”.

Cambiano le mete, ma cambia anche il modo di viaggiare. “Dobbiamo ridisegnare l’intera filiera dei trasporti per ridurre le emissioni di gas serra”, ha spiegato Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, “le tecnologie necessarie sono a portata di mano, penso ad esempio all’elettrificazione delle banchine”. Il cosiddetto cold ironing, la fornitura di energia elettrica alle navi ferme in porto per consentire loro di spegnere i motori e continuare la vita a bordo. “Non dimentichiamo”, ha aggiunto Sergio Prete, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, “la fornitura di Lng [gas naturale liquido, ndr] e la mobilità sostenibile in ambito portuale”. In questo cambiamento “le tecnologie giocano un ruolo molto importante. Oggi i porti sono basati su connessioni ad altissima velocità e sul 5G, improntati anche all’intelligenza artificiale e all’Intenet of things”, ha aggiunto Ugo Patroni Griffi, presidente dell’Autorità di sistema portuale Mare Adriatico meridionale. E gli aeroporti? “Noi da tempo abbiamo adottato il fotovoltaico per i nostri consumi energetici. Inoltre la scelta di aderire al Global compact (patto delle Nazioni Unite per incoraggiare le aziende ad adottare comportamenti sostenibili, ndr) ci porta a vagliare ogni nostro progetto sotto il profilo della sostenibilità e dell’innovazione”, la risposta di Tiziano Onesti, presidente di Aeroporti di Puglia.

Un’innovazione che deve passare anche dalla valorizzazione della diversità, dal riconoscimento del ruolo delle donne all’interno della società. Questo non solo “per un criterio di giustizia”, ha sottolineato Ersilia Vaudo Scarpetta, Esa Chief Diversity Officer, ma perché “studi dimostrano che le imprese e le istituzioni con una maggiore diversità sono anche quelle più innovative, quelle che generano profitti più grandi”. Non è insomma solo giusto, “ma è la cosa più intelligente e, a questo punto, inevitabile: dobbiamo lavorare sulla diversità e sull’inclusione”.

E chissà che l’inclusione non possa rappresentare una spinta nella direzione della transizione energetica. “Dobbiamo ridurre del 50% le emissioni entro il 2030 ma siamo fermi al 23%, dobbiamo triplicare la produzione da fonti rinnovabili: non è solo questione di autorizzazioni o intermittenza, è un problema di complessità”, il realismo di Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia. Dal canto loro, le aziende sono pronte a fare la loro parte: “gli imprenditori sono abituati a rimboccarsi le maniche. Certo, fossero più veloci le autorizzazioni, riusciremmo ad attirare anche qualche investimento esogeno”, ha sottolineato Gabriele Menotti Lippolis, presidente di Confindustria Brindisi. “Abbiamo un ritardo che comincia ad essere importante nella crescita delle rinnovabili”, ha fatto eco Angelo Di Giovine, responsabile Affari istituzionali territoriali Enel Italia spa – Puglia, “noi siamo tutti pronti, quello che manca è la possibilità di mettere gli investimenti a terra”.

La discussione è proseguita con la presentazione dei risultati di un workshop che ha coinvolto 11 rappresentanti di 9 istituzioni e aziende che si occupano di energia sul territorio pugliese. A loro è stato chiesto di immaginare diversi possibili scenari di sviluppo della transizione energetica in Puglia.

Una transizione energetica, tema che i partecipanti al workshop hanno sottolineato con forza, che non deve essere un modello calato dall’alto. Occorrono cioè modelli tecnologici e produttivi legati alle rinnovabili che “mettano al centro le persone, i modelli democratici. Penso”, ha spiegato Giuseppe Bratta, presidente del distretto La nuova energia, “allo sviluppo delle comunità energetiche”. Fondamentale in questo anche il ruolo della ricerca: “dei 25 miliardi che investiamo, solo 8 riguardano università ed enti pubblici, con un costo medio a ricercatore di 70mila euro. Significa che stiamo solo pagando le persone, e non sempre bene, e stiamo investendo poco su un’infrastruttura di ricerca che ci porti all’avanguardia”, ha aggiunto Arturo De Risi, professore ordinario all’Università del Salento. “Se avessimo più risorse, avremmo più soluzioni pronte”, ha concluso Domenico Laforgia, professore di Sistemi per l’energia e l’ambiente all’Università del Salento, “il ruolo della formazione è strategica: sui temi dell’energia l’ignoranza è sovrana, è un tema che non possiamo lasciare solo ai politici o ai tecnici. Bisogna capirne di questi argomenti per partecipare e dire sempre la nostra”.





[Fonte Wired.it]