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mercoledì, Gen 20

Cosa succede dopo la fiducia? Conte ora è in cerca di nuovi sostegni



Da Wired.it :

Il governo ha ottenuto il sì del Senato, ma la maggioranza è fragile. Il premier andrà oggi al Quirinale e si parla di un rimpasto di governo: meno probabile è lo scenario delle dimissioni e un eventuale “Conte ter”

(foto: Roberto Monaldo/Getty Images)

Con il voto di ieri sera, il presidente Conte è riuscito a strappare la fiducia anche al Senato, ottenendo 156 voti favorevoli, 140 contrari e 16 astenuti. Un numero inferiore rispetto alla maggioranza assoluta di 161, che lascia il governo in una situazione di instabilità. Nella giornata di oggi, Conte andrà al Quirinale per aggiornare il presidente Sergio Mattarella sulla crisi: secondo i retroscena pubblicati dai principali quotidiani, non darà le dimissioni, ma starebbe cercando nuovi consensi per rafforzare il governo.

Il presidente del Consiglio, che sembra intenzionato a guadagnare il sostegno di un neo costituito gruppo parlamentare centrista, potrebbe avere due scelte davanti a sé. Da una parte riaprire il dialogo con Italia viva, che ieri ha confermato la sua astensione al voto, e ottenere perlomeno l’appoggio di alcuni singoli parlamentari, se non dell’intero gruppo. Dall’altra, tentare di ottenere il sostegno del centrodestra moderato. La votazione di ieri ha esplicitato una certa predisposizione favorevole da parte di alcuni parlamentari di centrodestra nei confronti di Conte. Fondamentale per raggiungere la quota di 156 è stato infatti il sostegno del senatore Andrea Causin e della senatrice Maria Rosaria Rossi, espulsi da Forza Italia subito dopo il voto.

L’intervista rilasciata oggi a Repubblica dal ministro della Cultura Dario Franceschini sembra indicare che Conte opterà per la seconda strategia. Franceschini ha invitato chiaramente i parlamentari del centrodestra forzista a sostenere il governo “Penso a diversi moderati di centrodestra, dall’Udc a Forza alla componente di Romani e Quagliarello”, sottolineando che la proposta di riforma della legge elettorale, in senso proporzionale, è stata fatta proprio per “allargare la maggioranza a tutti i moderati”.

L’obiettivo sembra quindi quello di allargare il sostegno al governo e raggiungere la maggioranza assoluta al Senato, cercando di rafforzare anche il sostegno alla Camera, ma il percorso è complesso. La maggioranza relativa di 156, infatti, non è garantita, perché dovuta anche al voto del senatore e della senatrice a vita Mario Monti e Liliana Segre, ieri presenti appositamente per il voto di fiducia, ma che verosimilmente non presenzieranno a ogni consultazione.

Per riuscire nel suo intento, Conte potrebbe sfruttare i posti di governo vacanti all’Agricoltura e alle Pari opportunità, nonché la delega ai servizi segreti e, secondo i giornali di oggi, lo spacchettamento di alcuni ministeri. Conte potrebbe anche decidere per le dimissioni e la costituzione di un nuovo governo, che, secondo i commentatori, faciliterebbe un sostegno da parte dei “volenterosi”.

Tuttavia, il presidente del Consiglio sembra poco incline a questa soluzione: infatti, in un tweet di ieri ha dichiarato: “Ora l’obiettivo è rendere ancora più solida questa maggioranza. L’Italia non ha un minuto da perdere. Subito al lavoro per superare l’emergenza sanitaria e la crisi economica. Priorità a piano vaccini, Recovery Plan e dl ristori”.

Intanto l’opposizione di centrodestra ha già chiesto un colloquio con il presidente Mattarella per esternare la sua preoccupazione rispetto alla debolezza del governo e chiedere un ritorno alle urne.

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[Fonte Wired.it]