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lunedì, Nov 30

Cos’è la tassa patrimoniale e perché ne parlano tutti



Da Wired.it :

Un emendamento Pd-Leu alla nuova legge di bilancio vuole introdurre una tassa patrimoniale per i più ricchi. Ecco quali effetti avrebbe un provvedimento del genere in Italia e i motivi per cui è più urgente che mai

Il parlamento italiano (Getty)
(foto: Getty Images)

Alla commissione Bilancio della Camera dei deputati sono stati presentati migliaia di emendamenti alla legge di bilancio. Tra essi, oltre a quello per richiedere dati aperti sulla diffusione in Italia del Covid-19, un emendamento che sta facendo molto discutere nella maggioranza di governo Conte bis è quello presentato da un gruppo di deputati di Liberi e uguali e del Partito democratico per chiedere I’introduzione di una tassa patrimoniale al posto di Imu e imposta di bollo su conti correnti e deposito titoli. I primi firmatari del provvedimento legislativo sono Nicola Fratoianni, della componente di Sinistra Italiana all’interno di Leu, e Matteo Orfini, della minoranza Pd.

La proposta della sinistra, tuttavia, si sta scontrando sia con l’ostilità sia degli alleati della maggioranza che dell’opposizione del centrodestra. In un tweet, la leader di Fratelli Giorgia Meloni ha definito la patrimoniale “un furto sui conti correnti” degli italiani, definendo i proponenti “nemici dei cittadini”. Mentre il viceministro allo Sviluppo economico Stefano Buffagni, del Movimento 5 stelle, in un post su Facebook ha proposto di “tagliare i soldi ai politici”, piuttosto che “mettere le mani nelle tasche degli italiani”. Ma perché la tassa patrimoniale scalda così tanto gli animi in Italia?

Cosa prevede l’emendamento in questione

L’emendamento alla manovra di bilancio di Fratoianni e Orfini prevede la sostituzione dell’Imu e dell’imposta di bollo sui conti correnti e di deposito titoli con un’aliquota progressiva minima dello 0,2% “sui grandi patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500mila euro”. Una ricchezza patrimoniale netta da calcolare a partire “dalla somma delle attività mobiliari ed immobiliari al netto delle passività finanziarie, posseduta ovvero detenuta sia in Italia che all’estero”.

Nel dettaglio, come riporta il Fatto quotidiano, il prelievo sarebbe dello 0,2% su basi imponibili comprese tra 500mila e 1 milione di euro. L’aliquota salirebbe allo 0,5% per i patrimoni compresi tra 1 e 5 milioni di euro, e all’1% per le ricchezze tra i 5 e i 50 milioni, raddoppiando oltre i 50 milioni. Per i patrimoni superiori a 1 miliardo di euro sarebbe previsto un prelievo straordinario del 3% limitato al solo anno 2021, necessario a rimpinguare i fondi per il contrasto al Covid-19. L’emendamento alla legge di bilancio chiede poi l’introduzione di una dichiarazione sui patrimoni esterisuscettibili di produrre redditi imponibili in Italia”, con multe dal 3% al 15% dell’importo nel caso in cui non vengano dichiarati.

In parole povere, l’intenzione è di raccogliere risorse per cancellare l’Imu e l’imposta di bollo sui conti correnti bancari e sui conti di deposito titoli attraverso un nuovo regime fiscale che significherebbe un risparmio significativo per chi possiede ricchezze inferiori ai 500mila euro, dato che nel calcolo verrebbe tolto il valore residuo del mutuo e le altre passività finanziarie sugli immobili posseduti. Inoltre, i comuni verrebbero compensati del mancato gettito Imu con un apposito fondo di solidarietà.

Come ha dichiarato lo stesso Fratoianni, lungi dal voler “mettere le mani nelle tasche degli italiani”, l’obiettivo della patrimoniale “è quello di eliminare tutte quelle mini-patrimoniali che colpiscono il ceto medio e intervenire sulla progressività della tassazione, a partire dai super-ricchi, quei poco più di 2000 persone con un patrimonio superiore ai 50 milioni di euro”. In un momento difficile come questo, in piena crisi sanitaria ed economica dovuta alla pandemia di Covid-19, “è necessario un intervento di redistribuzione. In questo emendamento, quindi, c’è un elemento di giustizia sociale, ma anche di convenienza di sistema”.

Quale sarebbe l’effetto di una patrimoniale in Italia?

Secondo una simulazione realizzata dal Fattoquotidiano.it, applicando in Italia un prelievo del 2% ai patrimoni sopra ai 50 milioni di euro e del 3% a quelli che superano il miliardo, su meno di 3mila “super-ricchi” frutterebbe circa 10 miliardi di euro all’anno. Nel nostro paese, infatti, il 53% del reddito non deriva dal lavoro, ma da profitti realizzati attraverso diversi tipi di investimenti: eppure la pressione fiscale si concentra più sui lavoratori che sugli investitori.

Come ha spiegato anche l’economista dell’università di Berkeley Emmanuel Saez, applicare una tassa patrimoniale sulle ricchezze non implica “nessun approccio punitivo o confiscatorio ma semplicemente un’azione redistributiva”, dato che ultimamente il fisco si è evoluto a svantaggio dei meno abbienti. La pandemia di Covid-19 quest’anno non ha fatto altro che accentuare le diseguaglianze presenti in Italia e nel resto del mondo già da molto tempo.

Nel resto del mondo, nel frattempo…

A livello internazionale, il dibattito sui sistemi di tassazione in senso di crescente progressività è diventato ormai trasversale all’intero spettro politico (insomma, non interessa solo alla sinistra, come in Italia). Persino il Fondo monetario internazionale (Fmi), nel suo ultimo World Economic Outlook, ha suggerito che “i paesi dovrebbero considerare di aumentare le tasse sui ricchi per ridurre i debiti nazionali dopo essersi ripresi dalle ricadute economiche della pandemia”.

In Unione europea, a seguito della crisi sanitaria, paesi come Spagna e Belgio hanno introdotto quest’anno nuove imposte patrimoniali su grandi redditi e gruppi aziendali. Nel luglio del 2020, inoltre, ben 83 milionari hanno inviato una lettera aperta alla rivista Forbes da Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Germania, Paesi Bassi e Nuova Zelanda per invocare “di essere tassati di più” dai governi per il bene di tutti.

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[Fonte Wired.it]