Mercoledì 4 giugno, il presidente Donald Trump ha ordinato un’indagine federale per verificare se gli assistenti dell’ex presidente Joe Biden avrebbero utilizzato Autopen per nascondere al pubblico americano il presunto declino cognitivo del loro superiore. L’Autopen è un dispositivo robotico che replica automaticamente le firme utilizzando un braccio meccanico munito di penna, permettendo di apporre la firma presidenziale su documenti ufficiali senza la presenza fisica del presidente.
L’indagine, affidata al consigliere presidenziale in collaborazione con il procuratore generale Pam Bondi, non mira a mettere in discussione la legalità dell’uso dell’Autopen — previsto e consentito dalla normativa statunitense — ma intende stabilire se il dispositivo sia stato impiegato in modo sistematico per simulare la piena operatività del presidente Biden, mentre in realtà il processo decisionale sarebbe stato in mano ad alcuni suoi assistenti. L’ipotesi alla base dell’inchiesta è che questi ultimi abbiano di fatto assunto il controllo dell’agenda presidenziale, esercitando poteri esecutivi senza alcuna legittimazione formale, in violazione della Costituzione.
Nel documento ufficiale firmato da Trump si esprimono “seri dubbi” sul grado di consapevolezza e di autonomia decisionale dell’ex presidente, che oggi ha 82 anni ed è sottoposto a cure per un cancro alla prostata in forma aggressiva. Biden ha respinto con fermezza le accuse, definendole “completamente false e infondate”.
L’eredità storica e la legittimità costituzionale dell’Autopen
L’Autopen è una macchina automatica dotata di un braccio robotico che tiene una penna e riproduce esattamente la firma di una persona programmata digitalmente nel suo sistema, creando firme identiche all’originale su qualsiasi documento. Il dispositivo può funzionare senza la presenza fisica del firmatario, bastano un comando a distanza o un’istruzione per attivarlo. L’uso dell’Autopen da parte dei presidenti americani è completamente legale secondo i consulenti legali del governo che nel 2005, durante l’amministrazione George W. Bush, conclusero che il presidente non deve necessariamente firmare di persona un disegno di legge per renderlo valido. La decisione di 29 pagine stabiliva che il presidente può dirigere un subordinato ad apporre la sua firma tramite Autopen, creando un precedente legale che rimane tuttora in vigore. Un tribunale federale ha ribadito nel 2024 che l’assenza di una firma scritta a mano non equivale alla prova che una decisione presidenziale non sia avvenuta, consolidando ulteriormente la validità giuridica di questa pratica.
La controversia attuale si inserisce in un contesto storico che risale ai primi anni della presidenza americana, quando Thomas Jefferson nel 1804 iniziò a utilizzare un dispositivo chiamato “poligrafo” per duplicare la sua corrispondenza. Il poligrafo era un antenato dell’Autopen che permetteva di scrivere due copie identiche contemporaneamente. Jefferson definì quella macchina la più bella invenzione dell’epoca presente, al punto che ne teneva uno alla Casa Bianca e uno nella sua residenza di Monticello. Il primo Autopen moderno fu sviluppato soltanto nel 1942 da Robert M. De Shazo Jr., guadagnando rapidamente popolarità negli ambienti governativi durante la Seconda Guerra Mondiale.
Harry Truman fu il primo presidente a utilizzare ufficialmente un Autopen, seguito da Gerald Ford, che adottò apertamente questa pratica, e da Lyndon B. Johnson, che ruppe il tradizionale segreto permettendo che il dispositivo fosse fotografato alla Casa Bianca. Quella foto finì sulla copertina del National Enquirer nel 1968 con il titolo “Il robot che sostituisce il presidente”, segnando un momento di svolta nella percezione pubblica di questa tecnologia. John F. Kennedy fece un uso talmente intensivo dell’Autopen che un libro dell’epoca sosteneva come la sua firma autentica fosse diventata la più rara tra tutti gli autografi presidenziali, mentre Barack Obama nel 2011 fu il primo presidente a utilizzare il dispositivo per firmare una legge, estendendo il Patriot Act mentre si trovava in Francia. Secondo fonti della Cnn, Trump sarebbe stato personalmente ossessionato dall’uso dell’Autopen da parte di Biden per diverse settimane, definendo la presunta pratica come il più grande scandalo politico nella storia americana.