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giovedì, Mar 02

Covid, gli snodi dell’inchiesta della procura di Bergamo



Da Wired.it :

Epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, falso e rifiuto di atti di ufficio sono i reati di cui dovranno rispondere i diciassette indagati per la gestione della prima ondata di Covid-19 e della mancata zona rossa nella provincia di Bergamo, che ha provocato oltre 6mila morti in più rispetto alla media dell’anno precedente. Dopo tre anni di indagini, la procura bergamasca ha chiuso l’inchiesta il 20 febbraio 2023, inviando comunicazione ufficiale alle persone coinvolte.

Gli indagati

Le prime persone a essere indagate per epidemia colposa sono state l’ex dirigente del Welfare lombardo Luigi Cajazzo, il suo vice Marco Salmoiraghi, Aida Andreassi e i dirigenti dell’azienda socio-sanitaria territoriale Bergamo est Francesco Locati e Roberto Cosentina accusati anche di falso.

L’inchiesta è poi arrivata a coinvolgere alcuni dirigenti del ministero della Salute come Francesco Maraglino, il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, il coordinatore del primo Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo e l’allora capo della Protezione civile Angelo Borrelli.

E l’elenco di nomi contenuti nell’atto firmato dal procuratore capo Antonio Chiappani e dalla procuratrice Maria Cristina Rota, che hanno condotto le indagini, continua con i volti noti del presidente della regione Lombardia Attilio Fontana, da poco rieletto, e con l’ex assessore alla Sanità lombarda Giulio Gallera. Mentre riceveranno le notifiche ufficiali dal Tribunale dei ministri di Roma l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte e l’ex ministro della Sanità Roberto Speranza, ultime persone a essere iscritte al registro degli indagati.

Gli snodi dell’inchiesta

I magistrati hanno lavorato su tre livelli: uno locale, relativo alla mancata chiusura del pronto soccorso di Alzano Lombardo; uno nazionale, a seguito degli accertamenti che hanno riguardato la mancata istituzione di una zona rossa nei comuni di Nembro e Alzano Lombardo; e uno internazionale, che arriva fino all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), per l’assenza di un piano pandemico aggiornato e la sua mancata istituzione tempestiva, nonostante le indicazioni dell’Oms.

A questo si è poi aggiunta l’acquisizione di documenti, circolari e comunicazioni, tra cui la mail del 28 febbraio 2020 in cui il presidente della regione Fontana chiedeva al presidente del Consiglio di mantenere le misure di contenimento da zona gialla, anche per la settimana dal 2 all’8 marzo, nonostante la situazione fosse già critica.

Per la procura, tutti gli indagati hanno contribuito a operare gravi omissioni nella “valutazione dei rischi epidemici e nella gestione della prima fase della pandemia”, sottolineando poi “l’eclatantescoperta del mancato aggiornamento del piano pandemico, rimasto fermo al 2006, si legge su la Stampa.



[Fonte Wired.it]