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mercoledì, Ott 07

Covid, il governo non ha ancora imparato a comunicare con i cittadini



Da Wired.it :

Dall’informazione che continua a confondere le persone dando per certi dpcm ancora in cantiere alle opposizioni che in aula scherzano sulla sorte del paese al governo che professa prudenza ma agisce poco: la lezione della primavera non è servita a granché

(Foto: Massimo Di Vita/Archivio Massimo Di Vita/Mondadori Portfolio via Getty Images)

Inutile commentare un dpcm e un decreto legge che non ci sono. L’informazione italiana sta ripetendo a ottobre gli stessi, imperdonabili errori compiuti fra le fine di febbraio e l’inizio di marzo: commentare (o peggio dare per certe) le prescrizioni inserite nelle bozze di lavoro dei provvedimenti del governo. Aggiornando titoli e articoli in continuazione. Per cui dalla scorsa settimana il paese si trova di nuovo in bilico fra il timore di nuove misure restrittive, le sibilline smentite che arrivano dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, le opinioni dei soliti polemisti e poco altro di concreto in mano.

Un teatrino abbastanza indigesto che si unisce a quello andato in scena ieri a Montecitorio, quando le opposizioni hanno scelto un osceno sgambetto politico alla maggioranza – far mancare il numero legale in aula su importanti comunicazioni del ministro della Salute – anche di fronte a 45 deputati giallorossi assenti perché positivi o in isolamento fiduciario. Il problema è che il voto, rinviato a oggi, avrebbe riguardato appunto il dl relativo alla proroga dello stato d’emergenza al 31 gennaio 2021. Dopo di essa, l’esecutivo avrebbe potuto rinnovare o aggiornare le misure di contenimento e mitigazione con un decreto del presidente del Consiglio che avesse validità dopo il 15 ottobre, data di conclusione dell’attuale stato d’emergenza. Insomma, Lega e soci continuano a scherzare con la pelle delle persone.

Ovviamente il passo falso alla Camera è anche responsabilità della giunta per il regolamento di Montecitorio, dunque della maggioranza, dove a otto mesi dall’esplosione dell’epidemia non si è pensato a una via d’uscita in caso di numeri elevati di parlamentari contagiati o comunque indisponibili causa Covid a presentarsi in aula: considerarli cioè come in missione e dunque escluderli dal quorum per i voti in aula, almeno la gran parte. Così è stato infine deciso, e oggi si ripeterà la votazione, correndo contro i tempi tecnici della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Il risultato è che in sostanza abbiamo perso due settimane: una di chiacchiere e trattative, tira e molla surreali come quello su Juventus-Napoli, sinistre suggestioni dall’estero che abbiamo rimasticato alla luce della nostra situazione (discreta ma in peggioramento), l’altra legata a quest’ennesima superficialità istituzionale. Due settimane cruciali, in una fase come questa, con una seconda ondata da tenere sotto controllo, le regioni che procedono al solito in ordine sparso fra sceriffi e lassisti, l’informazione che rilancia pezzetti di indiscrezioni rimasticate poco dopo, aumentando la confusione nell’opinione pubblica. Confusione che, fra l’altro, si trasforma in scarsa adesione alle misure.

Insomma, da un lato e dall’altro sembrerebbe che non abbiamo imparato niente, o quasi niente, dai tre mesi oscuri fra febbraio e aprile. Il governo raccomanda in continuazione prudenza ma s’impantana in Parlamento e perde tempo. O forse lo prende, per vedere come evolverà la curva dei contagi e semmai imporre direttamente regole un po’ più stringenti evitando la serie tv dei dpcm settimanali della scorsa primavera. Peccato che il virus non aspetti e i ritardi che stiamo accumulando (per esempio sui tamponi per chi rientra da determinati paesi, sui pochi test quotidiani che ancora si fanno, ne servirebbero almeno il doppio, sui mezzi pubblici trasformati in carnai, sui pochi controlli e così via) si possano pagare molto cari, come dimostrano situazioni come quelle francesi o britanniche.

L’opposizione continua invece a dimostrarsi sostanzialmente nulla in termini di collaborazione con l’esecutivo: la responsabilità non esiste, in aula si gioca all’ostruzionismo sui dl legati alla pandemia. Una roulette russa con le sorti del paese.

L’informazione, infine, non resiste al richiamo del clickbait, del titolo facile e melodrammatico sulle misure che angosciano la nostra vita quotidiana e promettono di tornare a influenzarla più di quanto già non lo sia. Invece di aspettare, spiegare, eventualmente non dare notizie senza uno straccio di certezza leggiamo da giorni titoli catastrofici che alludono a un nuovo lockdown e tengono sulla graticola milioni di persone condannandoci a una fibrillazione continua e psicologicamente stressante. Un atteggiamento che avremmo voluto dimenticare a favore di un approccio più ragionevole, modulato e circostanziato. Niente da fare, non ce la facciamo: la retorica del virus letale è tornata a travolgere ogni senso della misura.

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[Fonte Wired.it]