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sabato, Gen 14

Criptovalute, come funziona la sanatoria



Da Wired.it :

La prima legge di bilancio del governo Meloni, con gli articoli che vanno dal 31 al 35, ha introdotto nuove regole per la tassazione delle criptovalute. Il 2023 rappresenta dunque per l’Italia un anno di svolta nel processo di regolamentazione delle valute virtuali: seppure la strada da percorrere sia ancora lunga, dall’1 gennaio esse sono riconosciute come asset digitali e sottoposte a tassazione in caso di cash-out in moneta fiat e di trasferimento a terzi. È il caso, quest’ultimo, dell’acquisto di servizi o di beni.

La finanziaria prevede inoltre che le conversioni da criptovaluta a criptovaluta non generino capitale imponibile e dispone che le plusvalenze debbano essere considerate redditi diversi, con aliquota al 26% ma non tassabili fino a quota 2.000 euro annui.

La sanatoria

Con la legge di Bilancio 2023 l’esecutivo ha introdotto soprattutto una sorta di sanatoria utile a regolarizzare le cripto attività antecedenti alla sua entrata in vigore, rivolgendosi in particolare ai possessori di valute virtuali al 31 dicembre 2021 che non le avessero indicate in dichiarazione dei redditi.

I soggetti che non hanno redditi da dichiarare poiché non hanno fatto nessun cash-out potranno mettersi in regola versando una sanzione per omessa dichiarazione nella misura ridotta dello 0,5% annuo sul valore totale delle attività non dichiarate.

Chi invece ha dei redditi da dichiarare legati a cash-out effettuati, oltre alla suddetta sanzione dovrà versare un’imposta sostitutiva pari al 3,5% del valore delle cripto attività al momento dell’operazione.

La normativa prevede inoltre la possibilità di ottenere la rivalutazione degli asset digitali detenuti all’1 gennaio 2023. Sarà dunque possibile assumere il valore aggiornato dei beni virtuali, pagando un’imposta sostitutiva pari al 14% dei redditi, rateizzabile in tre versamenti annuali. La prima scadenza, in questo senso, è prevista per il prossimo 30 giugno. Alle rate successive vanno sommati interessi per un valore del 3% annuo.

Per quanto riguarda le plusvalenze derivanti dai cash-out fatti dal 2022 in poi, la tassazione prevista è pari al 26%. Tale percentuale deve essere calcolata sul valore di carico o su quello della rivalutazione.



[Fonte Wired.it]