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domenica, Mar 12

Cunk on Earth è un capolavoro di ironia da recuperare subito



Da Wired.it :

Le 10 teorie del complotto più assurde che circolano in rete

Cunk on Earth funziona proprio perché unendo il meglio del british humor, con l’anarchia del nonsense connesso alla pop culture e al nostro quotidiano, lascia il re sostanzialmente nudo. 
Con Re intendiamo sia la sacralità dello sapere, come è stato sovente usato dai divulgatori, cerimonieri televisivi che da decenni hanno formato la nostra quotidianità, sia dalle istituzioni, con fare sovente classista e borioso. La serie convince anche perché il budget appare (appare, è un altro trucco in realtà) ai nostri occhi sostanziosa. Philomena Cunk la vediamo veramente aggirarsi per Roma, a Pompei, in Sudamerica e in altri siti archeologici e storici, spesso girandosi i pollici. La narrazione appare così strettamente fedele al concetto di rievocazione televisiva, che alla fine si ha addirittura il dubbio che il tutto non sia un incidente di percorso o frutto di bloopers. Naturalmente ci pensa lei a fugare ogni nostro dubbio e a farci rovesciare dalle risate mentre ci esaspera con le sue corbellerie. 

Diane Morgan è armata del suo iconico sguardo freddo, dei suoi modi altezzosi, della sua supponenza candida, con cui dona un fascino e una simpatia uniche al personaggio. 
Di fatto si fa portatrice di qualcosa di incredibilmente attuale: il dominio della mediocrità e dell’ignoranza. Perché il punto fondamentale, la ragione per cui Cunk on Earth è tanto attuale, è il fatto che non è semplicemente il trionfo del non sapere dell’uomo nei nostri giorni. 
Viviamo assediati dalla dittatura del presente e del domani, che ci ha reso assolutamente incapaci di comprendere l’importanza delle lezioni contenute nel passato. Una triste realtà di cui in questa serie, tra battute sulle mummie egizie, muraglie cinesi e futuri conflitti, cultura mesopotamica e Gesù, ci ricorda l’esistenza. Rimane impagabile l’imbarazzo degli interlocutori della Morgan, uomini e donne che hanno passato tutta la vita a perfezionare la propria conoscenza e che da lei vengono disarmati come farebbe un piccione con una scacchiera: mettendoci il guano sopra. 

Tra ironia e inquietante specchio della realtà

Dal punto di vista semantico, la serie è preziosa anche perché ci dona un perfetto spaccato di quello che è diventato l’agorà modernamente intesa, che si sviluppa soprattutto su Internet
Philomena rappresenta appieno quella sorta di livellamento verso il basso, che le piattaforme social hanno reso stanzialmente una costante del nostro tempo e che ha trasformato quella che poteva essere una risorsa, in un bar malsano e aggressivo. Se vi sembra un’analisi un po’ troppo astrusa, fate conto che gran parte delle sue argomentazioni, o meglio non argomentazioni, delle domande da quattro soldi, degli errori, i dubbi, le perplessità più ridicole, non sono poi tanto diverse da quelle che si trovano sotto ogni post che parli di sbarco sulla luna o civiltà precolombiane o dei misteri dietro Covid-19. Tra terrapiattisti, rettiliani, complottisti della domenica, pseudo esperti autonominatisi tali, il flusso di informazioni che oggi ci arriva è un palude di nonsense

Lo stesso nonsense che Philomena utilizza durante i suoi viaggi: ci offre un minestrone confuso ed irricevibile, eppure incredibilmente efficace, perché mette a suo agio l’interlocutore più “basso”, lo rappresenta. Parliamo di quello che ambisce ad essere alla pari di quei professori e ricercatori, che lo fanno sentire continuamente in difficoltà, mettendolo di fronte alla sua incapacità di essere parte in causa o dominante in ogni parte dello scibile solo con il rumore. 
Tale realtà però non deve assolutamente distrarci dal fatto che la serie cerca soprattutto di far ridere, per volontà dichiarata della sua casa madre: la BBC, da sempre regno dei documentari divulgativi sul nostro pianeta più belli di sempre.  La famosa rete però è anche simbolo stesso dell’eloquenza britannica snob, il che ci porta poi ad un altro aspetto fondamentale presente in Cunk on Earth: lo sberleffo all’autocelebrazione anglosassone, al suo sentirsi il centro di tutto. 

La sfera di metallo trovata in Giappone

Resta ancora un mistero la provenienza della sfera di metallo trovata sulla costa del Pacifico. E sui social gli utenti si sbizzarriscono con le teorie più assurde: da un ufo a una sfera di Dragon Ball

Questo è un prodotto perfetto per darci un punto di vista inglese sul mondo e la cultura, quella volontà quasi di riportare tutto all’interno dei propri confini, di rendere la narrazione dell’umanità una propria narrazione, secondo il vecchio adagio per cui le leggi dell’Inghilterra sono quelle del mondo. Elegante e allo stesso tempo volgare, sofisticata e contemporaneamente dozzinale, Philomena prosegue con la sua oratoria sconclusionata, la mania di protagonismo che in fin dei conti ha sempre trasudato dai narratori televisivi. Mentre ci parlavano di un Giulio Cesare o Napoleone hanno sempre dato la sensazione di credersi più vicini di chiunque altro alla verità
A chi tra di noi è cresciuto e si è arricchito grazie alle parole di Piero Angela, il già nominato David Attenborough, Walter Cronkite e tanti altri, forse l’insieme potrà dare anche fastidio anche per questo motivo. Certo rimane molto inglese, questo tipo di umorismo è il loro tratto distintivo, o piace o si detesta. 

Volutamente caotico e semplicistico, ma anche incredibilmente dinamico, Cunk on Earth in questa prima stagione alla fin fine però funziona come una sorta di contrario, di Heyoka, nell’accezione cara ai nativi americani: l’assurdo diventa mezzo con cui ribadire la verità. 
Perché con Philomena Cunk l’ignoranza manifesta è strumento per farci comprendere l’importanza della conoscenza, la sua fastidiosa arroganza il mezzo per creare un’interessante bagno di umiltà in noi, convinti di avere sempre la verità a portata di click. Non sarà l’ultima volta che avremo a che fare con questa donna, con Diane Morgan e la credibilità che le sa donare. 
Ma nel nostro piccolo di italiani poco considerati, vorremmo però ricordarle che 15 anni prima di lei, il nostro Neri Marcorè aveva già fatto la storia in tal senso, con la parodia di lui, Alberto Angela, affiancato dal “Rieducational Channel” del geniale Corrado Guzzanti
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[Fonte Wired.it]