Durante una conferenza stampa internazionale, a cui abbiamo partecipato, Ariana Grande ha sottolineato come, nel secondo capitolo, le due protagoniste siano allontanate l’una dall’altra a causa del rispettivo rapporto con la società: a Elphaba non interessa più essere accettata, mentre la seconda ha bisogno dell’attenzione e dell’approvazione altrui. “Penso che nel secondo film questo aspetto venga messo molto più in primo piano. Nel primo film la ‘luce’ di Glinda non può esistere senza l’oscurità che cova appena sotto la superficie. Le sue insicurezze, il suo disperato bisogno di avere una conferma esterna, di piacere alla gente la dominano. Tutto questo deve provenire da qualche parte, quindi ho passato molto tempo a pensare alla sua infanzia, alle convinzioni che le sono state trasmesse e a cui lei si è aggrappata per tutta la vita. Questo l’ha spinta a crearsi una bolla destinata a scoppiare. È bellissimo interpretare un personaggio che racchiude in sé tanta luce e tanta oscurità”. Per la Grande le scene più difficili da girare riguardano proprio l’evoluzione del suo personaggio: “è stata dura ma anche soddisfacente approfondire chi è realmente e poter vivere con lei i momenti più duri, perché Glinda è una persona che ha desiderato qualcosa di più per sé stessa per tutta la vita. Da bambina voleva riuscire a usare la magia per essere ammirata da tutti. Vederla cercare di fare la cosa giusta dopo aver vissuto tanti eventi traumatici e aver realizzato di essere complice della malvagità del Mago e di Morrible, gli stessi che hanno convinto tutti che Elphaba sia una villain, è straziante”.
Secondo la cantante e attrice, il film può avere un impatto e influenzare positivamente il pubblico, come è accaduto a lei: “Mi ha davvero cambiata in meglio, in molti modi” ha ammesso. “Penso che mi abbia anche aiutata a tornare ad amare il mio lato artistico, la mia creatività, cosa che non accadeva da molto tempo. Credo che per molto tempo la celebrità sia diventata per me più rilevante del lavoro che stavo facendo, o della mia arte. Amo recitare, amo il mio lavoro, sono sempre stata una persona creativa desiderosa di… creare. E penso che sia stato davvero terapeutico sentirmi apprezzata in un modo che forse non provavo da molto tempo, ovvero per il mio lavoro. È stato una sorta di reset professionale”, qualcosa che dovrebbero provare tutti.



