L’intelligenza artificiale: una sfida globale che richiede una risposta urgente
Il Segretario Generale dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni (Itu), Doreen Bogdan-Martin, ha lanciato un avvertimento importante al vertice “AI for Good” a Ginevra, sottolineando la necessità di rimettere gli esseri umani al centro dell’intelligenza artificiale. Questa tecnologia, infatti, sta avanzando a un ritmo vertiginoso e richiede una risposta urgente per garantire che sia utilizzata per il bene dell’umanità.
Secondo Bogdan-Martin, “il vero pericolo non è che l’IA stia eliminando l’umanità, ma la corsa a dispiegarla su tutta la linea, senza apprezzare appieno ciò che significa per gli esseri umani e per il nostro pianeta”. Questo pericolo è aggravato dal fatto che i prototipi di intelligenza artificiale avanzati possono imparare a ingannare i propri progettisti al fine di preservare i loro obiettivi, una prospettiva “agghiacciante”.
Rischi tecnici e ingiustizia
Ma i rischi tecnici non sono l’unico problema. Gli esperti evidenziano anche il pericolo di lasciare i più vulnerabili ancora più indietro. Attualmente, 2,6 miliardi di persone non hanno accesso a Internet, una realtà che minaccia di approfondire le lacune invece di colmarle. Inoltre, l’85% degli Stati membri dell’Itu non ha una strategia o una politica sull’IA, il che aumenta il rischio di una governance non inclusiva.
La risposta dell’Itu
Per affrontare queste sfide, l’Itu si impegna a favore di una governance inclusiva, radicata nelle esigenze locali e sostenuta da standard tecnici condivisi. Questo approccio è essenziale per garantire che l’intelligenza artificiale sia utilizzata per migliorare la vita delle persone e non per aggravare le ingiustizie esistenti.
FP