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lunedì, Ago 12

Da IBM un browser che mette la cronologia sulla blockchain


Nel fine settimana la redazione del sito CoinDesk ha scovato nel database dell’USPTO statunitense un brevetto depositato da IBM, denominato “Blockchain Web Browser Interface”. Il nome risulta già di per sé piuttosto esplicativo per capire di cosa si tratta: un browser per la navigazione online basato sulla tecnologia delle blockchain.

Il brevetto di IBM

La richiesta per l’attribuzione della proprietà intellettuale è stata inoltrata nel marzo 2017, mentre l’esito positivo dell’assegnazione è dei giorni scorsi. La documentazione descrive un software gestito sulla base di una rete decentralizzata, di tipo peer-to-peer, concept legato a doppio filo ai sistemi DLT (Distributed Ledger Technology) che regolano tra le altre cose la circolazione delle criptovalute. È in grado di raccogliere informazioni da trasferire poi ai nodi della blockchain che si occuperanno di salvarle all’interno di un registro condiviso. La natura dei dati così immagazzinati dipende dal tipo di esperienza scelto dall’utente, diverso ad esempio nel caso di esecuzione su un computer personale o condiviso con altri sul luogo di lavoro.

La cronologia del browser sulla blockchain

È in ogni caso prevista la possibilità di archiviare dettagli sulla cronologia di navigazione, sugli indirizzi inseriti tra i segnalibri, sulla geolocalizzazione, sull’installazione dei plugin e sulle patch di sicurezza ricevute. Indubbiamente un browser di questo tipo, una volta lanciato, solleverebbe legittimi dubbi in termini di tutela della privacy: risulterebbe infatti difficoltoso se non impossibile per un utente accertarsi che le informazioni riguardanti il suo conto vengano completamente eliminate dall’infrastruttura decentralizzata e condivisa. Questa la dichiarazione giunta da IBM a tal proposito.

Un browser basato sulla blockchain costituisce un sistema per il salvataggio delle informazioni di navigazione in cui la privacy viene protetta e che pone il controllo dei dati nelle mani degli utenti anziché in quelle di una realtà esterna.

Secondo Big Blue, un approccio di questo tipo consentirebbe all’utente di ripristinare con successo tutto ciò che è legato al suo account in seguito a un malfunzionamento o dopo aver subito un attacco, fungendo di fatto da sistema di backup. Non siamo certi che una feature di questo tipo possa essere sufficiente per convincere l’utenza.



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